Le pietre immobili parlano e l’uomo in silenzio cammina
Maria Maddalena, apostola degli Apostoli
(Cant 3,1-4 oppure 2Cor 5, 14-17 / Sal 62 / Gv 20,1-2.11-18)
È bastato postare sul profilo whatsapp alcune foto di Assisi che subito sono fioccati messaggi che chiedevano un ricordo e preghiere. È bello riconoscere quei posti che hanno incantato il cuore a molti, a moltissimi. Ma non sono tanto le pietre a parlare. Sono le vite che anche quelle pietre hanno visto ed è per questo che le pietre non tacciono e in qualche modo sembrano parlare. La prima pietra che parlò stava a sigillo di una tomba. Il suo trovarsi altrove, spostata, sbalzata o ribaltata racconta di qualcosa che è accaduto. E se capita alle pietre di spostarsi… cosa deve attendere l’uomo per muoversi? Le pietre di Assisi parlano col loro silenzio, il loro stare esposte alle angherie dei tempi – tra un restauro e l’altro – ma sempre lì a dire e custodire silenziosamente storie di uomini e donne come Francesco e Chiara e tutti i loro fratelli e sorelle. La perla dell’Umbria è preziosa non solo per i suoi boschi e le sue sorgenti d’acqua, ma per ciò che qui è cresciuto come albero rigoglioso alla cui ombra è bello ripararsi e per l’acqua dello Spirito che dal Cristo è scaturita e che ancora disseta le nostre esistenze. A distanza di anni da Francesco e Chiara e ancor più dalla Pasqua di Gesù di Nazareth.
Sarò qui fino a domenica: ho raggiunto un piccolo gruppo di giovani pellegrini proveniente dalla Comunità di San Fermo, Bergamo. Insieme si visiterà la città di Francesco e Chiara. Sono pellegrini nel vero senso della parola: hanno camminato da Spoleto fin qui… sotto il sole che sembra prendere a morsi e un’aria caldissima. Saranno felici oggi di camminare tra i vicoli di Assisi, all’ombra delle case, scoprendo le piccole correnti d’aria che vi si creano naturalmente. Hanno raggiunto la meta del loro pellegrinare ma è solo per ridare fiato al loro vivere quotidiano, al loro cammino verso un futuro che sappiamo solo dipingere a tinte scure. E certo, c’è di che. Una preghiera per il nostro Paese non mancherà di certo, davanti alla tomba del patrono. E non solo per chi governa o governerà ma piuttosto per chi in semplicità e letizia cerca di portare avanti la Vita, con speranza e fiducia, con gioia e pazienza, con spirito di sopportazione e con caparbietà.
Dal quaderno di viaggio di questi giovani pellegrini prendo a prestito alcune parole che troverete. Spero ci potremo sentire nei prossimi giorni – spero di scrivere intendo – per raccontare, come in un diario, quanto viva è la Parola e quanto noi, per essa, possiamo essere nuove creature. Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede… se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Ascoltare la Parola di Dio in effetti ci può consegnare la stessa percezione provata da chi per essa ha cambiato la sua vita. E oggi, festa di Maria Maddalena, l’apostola che ha annunciato la resurrezione di Gesù a coloro che diventeranno poi Apostoli dello stesso Vangelo, il messaggio è proprio questo: sentire quanto la Parola di Dio, il Vangelo ci fa far esperienza d’essere riconosciuti…. o di riconoscersi in questi fatti raccontati. Ci riconosciamo nei fatti, nei sentimenti, nei pensieri… e ci sentiamo accompagnati dal risorto, come un compagno di viaggio più vivo che mai. E noi pure, riprendiamo fiato e vita. È vivo. Sono vivo. Siamo vivi.
Signore, insegnami la strada,
l’attenzione alle piccole cose,
al passo di chi cammina con me,
per non fare più lungo il mio;
alla parola ascoltata
perché il dono non cada nel vuoto,
agli occhi di chi mi sta vicino
per indovinare la gioia e dividerla,
per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi,
per cercare insieme la nuova gioia.
Signore, insegnami la strada;
la strada su cui camminare insieme,
nella semplicità di essere quello che si è,
nella gioia di avere ricevuto tutto da Te nel tuo amore.
Signore, insegnami la strada.
Tu che sei la strada e la gioia.
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,1-2.11-18)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Iniziare un nuovo cammino spaventa.
Ma dopo ogni passo che percorriamo
ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.
(Roberto Benigni)
Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni.
Una gioia egoistica forse, ma una gioia,
per colui che sa dare valore alla libertà.
Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri
e tuttavia sentirsi a casa ovunque,
e partire alla “conquista” del mondo.
(Isabelle Eberhardt)
Anche se tu non hai piedi,
scegli di viaggiare in te stesso,
come miniera di rubini sii aperto
all’influsso dei raggi del sole.
O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso,
che da simile viaggio la terra
diventa purissimo oro.
(Rumi)
Quanti spunti di riflessione oggi!
Le pietre parlano veramente, quando guardi una chiesa, un monumento, un anfiteatro…
Raccontano la loro storia fatta di impegno di uomini artefici di questi manufatti.
Le pietre parlano anche attraverso affreschi, mosaici, etc…
Libri aperti per chi allora non sapeva leggere ma che dalle pitture ricavavano le storie dell’Antico e Nuovo Testamento e portarle dentro il cuore.
Pietre meta di pellegrini, dove ogni pellegrino compie il cammino con motivazioni varie, anche se sono in compagnia.
Perché è un viaggio dove ognuno spera di trovare le sue risposte.
Come i discepoli di Emmaus, in cammino pieni di interrogativi e Gesù che viene in loro aiuto per testimoniare che è risorto.
Il macigno del Sepolcro, ormai spostato, reso innocuo dalla forza della Vita, non serve più.
Macigno che don Tonino Bello invita a togliere dal nostro cuore, perché lo Spirito possa entrare.
C’è posta di che riflettere..,
Grazie
Don Stefano, tutto questo mi tocca profondamente e mi commuove, non solo perché mi trova in sintonia, ma anche perché nasce nella mia terra. PAX et BONUM????
“Non mi trattenere” le dice Gesù ed è un grande insegnamento perché l’amore non sarebbe amore se non lasciasse quella giusta dose di libertà, quel q.b. per essere sé stessi e percorrere il proprio cammino in questa vita.
Libertà di camminare ovunque ci si trovi perché il cammino non è tanto o solo quello esteriore ma soprattutto quello interiore, che permette di sentirsi “a casa” in ogni luogo, ma sempre in viaggio.
E così vedere che una bimba di due anni asciuga le lacrime ad un’altra, con il fazzoletto che le hai dato, cogliere tutta la bellezza di questo gesto mi ha fatto dire ad alta voce, commentando con la collega “dove trovi un’amica che asciughi le tue lacrime, se non al nido?” e sono sempre queste piccole cose che ti fanno superare tutto (stanchezza e caldo in questa parte dell’anno non hanno eguali), soprattutto quando vorresti o desidereresti essere altrove.
Che ognuno possa trovare il suo o suoi angoli di Paradiso ovunque si trovi e a tutti buon cammino, buon viaggio, buona vita.
“Pace e bene” avrebbe detto qualcun altro…ecco cosa possiamo sempre e comunque augurarci vicendevolmente, certi che queste due cose non faranno mai male a nessuno.
Un caro saluto a te Don Stefano e grazie per la condivisione
Il Vangelo, il tuo commento, le parole dal diario dei pellegrini, la loro immagine in cammino e il tramonto su Assisi.
È bastato poco per portare una ventata di freschezza in una calda giornata estiva.
Mettersi in cammino è importante, ma anche fermarsi a riflettere, lasciando fuori per un attimo gli affanni del giorno, aiuta a vivere meglio.
Grazie ????