Nutrire la vita eterna

I pensieri di oggi li faccio precedere all’ascolto del Vangelo perché non saranno proprio a suo commento. Almeno non direttamente o esplicitamente. La riflessione di oggi sta proprio a margine, come una distesa sterminata di papaveri accanto alla strada. Sono pensieri che stanno comunque qui, accanto alle Scritture e in particolare al Vangelo che sempre ci invita a nutrire la vita eterna in noi e non solo quella del corpo, corpo che è indispensabile in questo passaggio, come la terra per il seme.

Terminato l’isolamento, mi trovavo a passare in automobile sulla strada provinciale che, parallelamente all’autostrada Milano-Venezia, collega Verona con Brescia. (E dove andavi? Banalissimamente a ritirare un ferro da stiro a vapore che da tempo avevo portato a riparare in un negozio autorizzato). Per intenderci nei paraggi del Lago di Garda. C’è in questa zona un immenso cantiere stradale. Credo si stia realizzando il passaggio di una linea ferroviaria ad alta velocità. Ciò che impressiona in certi punti è la quantità di terra sbancata. Si scava per dare fondazioni o si scava per nascondere quest’opera dell’umano ingegno, appena sotto il livello della terra come capita spesso oggi anche per strade e autostrade. Si creano argini naturali dentro il cui alveo passerà la strada ferrata. Per dare meno nell’occhio. Almeno così mi sembra. Ma il cantiere, ora, non passa di certo inosservato.

Il mio sguardo è ancora ipnotizzato e  il mio pensiero è ancora là, attorno a quel cantiere. Non ho il riflesso del fotografo ma il pensiero di accostare l’automobile, scendere e scattare una foto questa volta mi ha più che sfiorato. Per finire è la mia memoria ad esserne rimasta impressionata e non quella del cellulare. La mia memoria come vecchia carta fotografica. Su quelle montagne o colline artificiali createsi per la rimozione di terra, sono fioriti un’inverosimile quantità di fiori. I medesimi. Una macchia di rosso papavero. Come fossero gerani al balcone di uno chalet trentino a valdostano, come fosse un’aiuola fiorita preparata con arte da una squadra di giardinieri. 

Invece nulla di tutto ciò. Solo la forza della natura, la forza della vita, la vita dentro il seme. Che qualcuno li abbia piantati è da escludere. Una manifestazione naturale, senza protesta alcuna, che semplicemente si impone allo sguardo e che nasconde la devastazione temporanea di un cantiere di dimensioni surreali. E tutto questo semplicemente per la forza del seme. Sento perfino che le parole non bastano a descrivere: c’è qualcosa di straordinario in questa visione: non è un campo di spighe trapuntato qua e là da qualche papavero e nemmeno il ciglio di una strada. Centinaia e centinaia di metri, forse chilometri, di questo tappeto rosso steso su queste colline artificiali.

Ho pensato a lungo, per tutto il resto del mio spostamento e ancora ci sto pensando. In quella zona c’erano sicuramente campi coltivati. Si traccia una linea che attraversa da capo a fondo e il campo è subito trasformato. In quei campi, dove non ci sono vigneti, per anni si sono succedute coltivazioni. Anni e anni di semina. E di diserbo selettivo. E allora da dove sono venuti quei semi? Ripeto: impossibile che qualche manifestante li abbia piantati. Troppo estesa la superficie e troppo fitta la trama. Certamente quello smottamento di terra ha provocato un rimescolamento incredibile. Ci sono semi di fiori infestanti che l’uomo vorrebbe lontano dalle sue coltivazioni che sfuggono alla forza di pesticidi e diserbanti e proseguono la corsa della loro vita scendendo ancora più profondamente nella terra, dove il diserbante non può più penetrare o dove ha già perso la sua forza avvelenatrice. 

Quei semi di papavero sono sfuggiti alla devastazione, si sono rifugiati sottoterra portando sempre in essi quella forza di vita che non muore. Un abbassamento nel rimestare di quel terreno. Sepoltura di semi già da tempo sepolti, creduti morti e debellati. L’uomo seleziona, deforma e modifica il paesaggio ma quei piccoli semi invisibili ad occhio nudo ha trovato modo di imporsi più delle immagini di quel cantiere. Il vento, certamente avrà fatto il resto. Mentre ghiaia, terra e granelli di polvere cadevano da pale meccaniche e camion, il vento avrà rapito quesi semi lasciandoli cadere – ultimi – sulla superficie della terra. In attesa del risveglio primaverile, in attesa di una loro pasqua. Non saprei che durata hanno queste fioriture. Forse pochi, pochissimi giorni. Certo lì non arriveranno più diserbanti e dunque altri papaveri saranno già seminati alla morte di ciascuno di essi. 

Al Vangelo dunque ci si arriva… ci si arriva anche guidando su una strada, osservando questo sorprendente e quasi surreale paesaggio. So che ci sono vallate in Italia dove ci sono distese ben più grandi e ancor più variegate che hanno ispirato anche scrittori come Paolo Rumiz nel suo «Il filo sottile». Mi riferisco a Castelluccio di Norcia dove fioriscono le lenticchie. Ma qui c’è un cantiere dove l’uomo trasforma, modifica per qualche suo interesse. Quei papaveri, mossi da nessun interesse, raccontano della Vita. C’è qualcosa di eterno in ciò che è effimero e passeggero. Incapaci come spesso siamo di contemplare la Vita eterna (la Vita dell’Eterno) crescere in noi, lasciamoci ancora sorprendere da ciò che accade ai margini del nostro passaggio terreno.

Sta scritto nei profeti: «E tutti saranno istruiti da Dio»

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Padre nostro, che dimori,
giocando nascosto tra la luce e le tenebre,
nella parte più nobile del nostro cuore,
così come nel profondo degli inferi della nostra miseria.
Fa’ che il tuo nome santo si riveli in noi
con la pace silenziosa dell’amore
e non con le vuote parole.
Fa’ che lentamente e con pazienza,
la vita vinca sulla morte
ed il bene prevalga sul male.
Fa’ che la tua volontà
trovi spazio nella nostra libertà.
Dacci oggi, la capacità di accogliere i doni
che per vie diverse ci vengono offerti
e di riconoscerli come tali,
per poterli a nostra volta ridonare.
Perdona la nostra incapacità
di vivere pienamente la vita.
Tu lo sai:
siamo prigionieri di comportamenti
che ci fanno soffrire
e che ci rendono incapaci
di affrancare, a nostra volta, chi ci vive accanto,
da una schiavitù fatta di sottili paure.
Aiutaci a chiederti il dono della misericordia,
per noi e per gli altri.
Non permettere che la vita
sia un peso che non riusciamo a portare
e salvaci dal sentirci incapaci di amare,
perché prigionieri del male.
Amen

(F. Filanti)

La fioritura di Castelluccio di Norcia ai piedi dei monti Sibillini

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Piccoli Pensieri (5)

Non ricordo esattamente da quando, ma da un certo punto della mia vita, verosimilmente da quando ho iniziato a fare le prime esperienze in autonomia, ho sviluppato una più peculiare attenzione per le più piccole manifestazioni della natura che, fors’anche perché mi trovavo per studio a Milano (ben lungi dall’avere panorami naturali da contemplare!), mi risultavano particolarmente confortanti. Questo modus operandi dev’essere risultato particolarmente efficace, dato che non l’ho più abbandonato. Quando mi capita di essere in crisi, stressata, nervosa… “Impallata” per qualsivoglia motivo… Ecco che mi basta uscire a far due passi, scorgere nuovi boccioli, prorompenti germogli cresciuti “in men che non si dica”, sacche di semi in esplosione o raffinati disegni di pizzo della brina… E pian pianino mi resetto… Che senso hanno le mie preoccupazioni? Non certo tutto quello che gli attribuisco, basta guardare la natura, no? Nulla resta identico, tutto cambia, si evolve, fa il suo corso… Ma sempre in equilibrio! Se non è questa una delle più grandi manifestazioni dell’amore di Dio…!

6 Maggio 2022
Savina

Come non pensare che tutta la Natura ci parli del Padre.
Il Paradiso terrestre è qui intorno a noi, per il quale purtroppo, non abbiamo rispetto.
Tutto è perfetto e non poteva essere altrimenti nell’opera Sua.
E i semi, ha detto Lui, sia che noi vogliamo o dormiamo, a suo tempo daranno frutto.
Così sarà per sempre, magari con cieli nuovi e terra nuova, e una vita diversa.
Tutta questa bellezza donata per aiutare il nostro pensiero ad elevarsi verso il Cielo, l’Infinito, l’Eterno.
Come l’arte giapponese, chiamata ikebana, che con i fiori riesce a rappresentare tutto il Creato.
Prima in basso, i fiori e il verde a rappresentare la terra che nutre e sostiene;
poi di mezzo, i fiori e il verde a rappresentare l’uomo che deve imparare l’umiltà;
più sopra fiori e verde slanciati verso l’alto a rappresentare il desiderio di incontrare lo Spirito.
Siamo fatti per il Cielo!

5 Maggio 2022
Stefania

Di recente ho visitato parchi ed orti botanici dove le fioriture delle aiuole sono studiate a tavolino per stupirci. Tutto bello!
La natura invece, per esempio sul monte Linzone, ci sorprende senza che i sapiens se ne siamo occupati. Sono in fiore i narcisi insieme ai muscari, deliziosi fiori col indaco,con ranuncoli e tarassaco che trapuntano i verdi prati.
I semi a volte sono muniti di eliche per essere trasportati dal vento, altre volte sono gli uccellini, altre, come le iris, vengono lanciati lontano dalla stessa pianta madre.
Evviva la natura!

5 Maggio 2022
Emanuela

L’episodio che condividi oggi mi ha portato alla mente altre immagini, non viste purtroppo dal vivo, ma grazie ai documentari che fortunatamente passano ancora on TV.
Mi riferisco alla fioritura del deserto, quando questi terreni completamente aridi si coprono totalmente di fiori nelle rarissime occasioni di pioggia. Fiori effimeri che appassiscono alla stessa velocità con cui fioriscono. Ma che ci raccontano la potenza della vita a dispetto di qualsiasi condizione avversa. E come non associare l’annuncio vitale del Vangelo a queste manifestazioni straordinarie e naturali allo stesso tempo.

5 Maggio 2022
Cinzia

“E tutti saranno istruiti da Dio”, dice la Prima Lettura
????
Buon Seminatore,
Tu spargi ovunque
la Parola
e a dismisura.
La Sapienza
nel Seme
farà germogliare
i nostri cuori.????

5 Maggio 2022

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