Pace è sicurezza?
(At 14,19-28 / Sal 144 / Gv 14,27-31)
Avete notato che più cerchiamo sicurezze o garanzie e meno siamo in pace? Ci illudiamo di saperci in pace quando diciamo che c’è più sicurezza. Il cuore è pieno di così tante paure che sembrano trovare conferma nella ricerca smodata di sicurezze. «Pace – diceva Dietrich Bonoheffer – è il contrario di sicurezza». La sicurezza genera per lo più diffidenza e sospetto. Cercare sicurezze significa volersi proteggere a tutti i costi.
Accogliere la pace è fidarsi di chi ce la dona. La pace è nel cammino stesso che facciamo per lasciare le nostre false sicurezze. I discepoli dovrebbero dunque rallegrarsi per questa partenza di Gesù: la pace che Gesù solo può offrire, cosi diversa da come la dona il mondo, nasce dal desiderio di mettersi in cammino per dare compimento al comando del Padre.
Scriveva Adriana Zarri: «Cerchiamo prima di tutto di sbarazzare il terreno dagli equivoci. La pace non è l’indifferenza, l’apatia, il quieto vivere. C’è in effetti chi concepisce la pace in questo modo: destreggiarsi il più abilmente possibile, non avere fastidi, aggirare gli spigoli, essere condiscendenti e arrendevoli, magari transigendo i principi, non impegnarsi a fondo, farsi una cuccia calda e ripararla dai venti, vivere in pantofole, come si suol dire. Il risultato di questo studio minuzioso non è la pace: é il quieto vivere senza grane, senza noie, senza disturbi. A ben pensarci è una sorta di morte. La morte non duole, la morte lascia tranquilli. Ma è forse un ideale da proporsi?
La pace invece che ci dà il Signore non conosce questa astuzia, non ci ripara, si impegna a fondo della vita, disarmata, disposta a lasciarsi ferire. Il discepolo del Signore non si sottrae a nessun pericolo, a nessuna offesa dell’esistenza e degli uomini. La sua pace è al di là. E’ una pace drammatica, ferita, dolorosa. Le sue radici non sono nella facilità di un’esistenza facile, calcolata, protetta: sono in Dio. Noi sappiamo che Dio ci vede, ci custodisce; che il suo amore è sempre vigile e che nessuna forza del mondo del potrà staccarci da lui. Questa è la pace: sapere che è vicino, che ci ama e che noi possiamo amarlo. Credere che ciò che accade è il suo amore, che ciò che ci ferisce è ancora il suo amore. Fidarsi, fargli credito senza domandare perché, sicuri di lui come dell’amico che non tradisce e non tradirà mai».
Signore, anche quando tu ci mandi
nel mezzo delle difficoltà della vita
ci riveli l’abbondanza del tuo amore.
Signore, donaci le parole per lodare le tue opere
che il nostro spirito le possa riconoscere.
Dal Vangelo secondo Giovanni (14,27-31)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace,
essi accontentano la morte
per ogni dove,
come fosse una bocca da sfamare
Alda Merini
Chiedete pace per Gerusalemme,
fratelli ebrei, cristiani e musulmani,
comune discendenza del patriarca Abramo;
spunti per voi il sole della giustizia!
Chiedete pace nelle chiese e nelle moschee,
nelle sinagoghe e nelle pagode,
nei luoghi sacri di ogni fede e religione;
che il corpo di ogni essere vivente
diventi tempio di pace, tabernacolo d’amore,
canto di vita piena per l’intera umanità.
“Signore, fa’ di me uno strumento della Tua pace…”
San Francesco
Anni fa mia madre mi disse: “Io inizierò a preoccuparmi per te quando tu sarai senza problemi. Perché finché avrai problemi sono sicura che sei costretta a muoverti, quando finiscono i problemi invece è allora che diventa pericoloso, perché poi uno si siede e allora sí che è finita!”. Al contempo mi ha sempre accompagnata ed incoraggiata ad aver fiducia in Dio, nel suo disegno d’amore, anche quando non riuscivo a capire bene dove fosse questo disegno. Talvolta faccio ancora un po’ fatica, ma la traccia di base resta e per questo devo ringraziare il buon lavoro fatto da mamma. Mi auguro ce ne possano essere tante di più!