Fedele è colui che chiama

Fedele è colui che chiama

Con quale criterio scelse i suoi dodici compagni di viaggio ci piacerebbe tanto poterlo sapere. Sappiamo solo che quella scelta nacque all'alba di un nuovo giorno, dopo una notte passata in preghiera, notte nella quale il Padre avrà ricordato al Figlio la fedeltà del suo amore e il senso di quel suo stare in mezzo agli uomini. Sappiamo bene che non venne per chiamare i giusti ma i peccatori. Fedele dunque non è colui che risponde, ma Colui che chiama.

Data :7 Settembre 2021
Scrupolosi osservanti o attenti osservatori?

Scrupolosi osservanti o attenti osservatori?

Un buon insegnante, suppongo, dev'essere anche un buon osservatore. Deve saper scorgere anche le lacune, le mancanze. In quel vuoto egli verserà la sapienza come un dono. Gesù maestro entra nella sinagoga non solo come osservante del sabato, ma con uno spirito di osservazione capace di cogliere quel Bene che ancora si può fare, quel Bene che l'uomo ignora. Il Vangelo anche oggi muove i nostri occhi ad osservare con attenzione ciò che ci circonda. Nulla si può leggere ad occhi chiusi. Leggere il Vangelo è anzitutto tener bene aperti gli occhi sul mondo e guardarlo da un'altra prospettiva.

Data :6 Settembre 2021
Sollievo all’impersonale

Sollievo all’impersonale

"Assaporare la sofferenza senza cadere nella rete del raccontarsela, ma lasciando che sia lei a raccontare, se qualcosa ha da rivelarci, e sentire che i suoi racconti servono solo a renderci più precisi nella compassione..." sono parole riferite alla vita e pure il Vangelo è parola da ascoltare per comprendere meglio la vita in genere e l'uomo. E semmai, per conoscere anche Dio in questo suo farsi sentire vicino all'uomo. Il dolore nel vangelo, quando è raccontato, è solo per rivelare fino a che punto Dio si apre all'uomo. "Apriti" è già un comandamento da ascoltare per riempirsi di stupore.

Data :5 Settembre 2021
Per dare sostegno all’uomo

Per dare sostegno all’uomo

Il grano non cresce nel campo per togliere forza all'uomo ma, al contrario, per diventare alimento e sostegno. I farisei passano il loro tempo a fischiare "fuorigioco" per dare forza a loro stessi e non per aiutare l'uomo a maturare e crescere. Il Figlio dell'uomo, diventa signore del sabato sfamando la fame di giustizia che portiamo nel cuore, una giustizia che in Dio non saprà mai di vendetta ma piuttosto di misericordia, per tutti indistintamente, che si tratti di alcuni dei suoi discepoli o del grande re Davide. 

Data :4 Settembre 2021
Hai detto “nuovo”?

Hai detto “nuovo”?

Il messaggio che portavano era il medesimo: la vicinanza del regno di Dio, vicinanza che avrebbe dovuto provocare necessariamente una conversione. Il fatto è che per Giovanni l'urgenza della conversione pareva avere la precedenza, una sorta di preparazione all'incontro. Mentre per Gesù, la conversione è piuttosto la novità che segue all'incontro con Lui. A volte viviamo come se la testimonianza di Gesù stesso fosse solo deteriorata dal tempo, come una vecchia sindone, oggetto antico di studio. Come se la fede in Lui fosse solo archeologia biblica. Il nuovo di cui parla Gesù ha il sapore della vita di casa e degli abiti che ci portiamo addosso. Si lacera o si spacca una vita che non tiene conto di questo particolare non indifferente.

Data :3 Settembre 2021
Salì in una barca… e furono invasi dallo stupore

Salì in una barca… e furono invasi dallo stupore

Il lago di Gennesaret, il lago a forma d'arpa, con il suo paesaggio circostante suona ancora oggi una melodia silenziosa di bellezza. È certamente uno dei luoghi più suggestivi del pellegrinaggio nella Terra Santa. Basta evocare alcuni ricordi... e pare a noi d'essere parte di quell'umanità già salvata dalle acque, pare a noi d'essere uomini vivi salvati da quella Parola e dalla fede di alcuni uomini.

Data :2 Settembre 2021
Punto di ritrovo

Punto di ritrovo

C'è nel Vangelo di Luca e nel libro degli Atti degli Apostoli un'idea di fondo, che pare un'implicita critica costruttiva ad un senso religioso che andava deformandosi. Liberando l'uomo da spiriti impuri e da malattie, Gesù riconsegna allo Spirito di Dio la sua casa migliore. C'è sempre un'umanità sofferente e tormentata a pochi passi da tutti i luoghi di culto. È un tratto comune. Non ci sono distinzioni tra sofferenti di questa o quella terra, di questa o quella religione.

Data :1 Settembre 2021
Liberandoci dal male

Liberandoci dal male

Che cosa sappiamo dell'uomo, di noi stessi e del mondo, se il Vangelo stesso non ci desse una mano per comprendere? Per questo insegnava. Non gli importava d'essere riconosciuto, salutato o venerato. Certamente preferiva ridare alla santità di Dio il luogo più adatto dove risplendere, dove rivelarsi: l'uomo.

Data :31 Agosto 2021
Quel compimento senza fine

Quel compimento senza fine

Leggere ad alta voce un brano delle Scritture perché i presenti possano sentire la Parola di Dio e poi, improvvisamente rendersi conto che quella Parola sta parlando proprio a te che leggi. E così mentre la Tua voce giungeva agli orecchi dei presenti, la Parola arrivava al Tuo cuore! Parlò di compimento ma fu come un inizio. Solo la morte di croce parve agli occhi degli stolti il momento in cui davvero smise di parlare al mondo. Ma non abbiamo ancora terminato di leggere le Scritture e non abbiamo ancora terminato di darne il giusto compimento.  Si compiono dunque le Scritture se...

Data :30 Agosto 2021
Dal cuore degli uomini (in coscienza)

Dal cuore degli uomini (in coscienza)

Se si sciolgono i ghiacciai non è colpa dei pinguini. Se bruciano le foreste, non è colpa degli scoiattoli. Se straripano i fiumi non è colpa dei pesci. Ma se dunque il risultato parla da sé, da qualche parte, in qualche luogo, qualcosa non ha funzionato. Dove dunque? E chi da piccolo - anche una sola volta - non ha sbattuto la propria testa contro lo spigolo di un tavolo e s'è fatto male? Ma il male non era nemmeno nello spigolo del tavolo... Dov'è dunque la radice del male così da poterlo estirpare definitivamente? Dentro il cuore dell'uomo dice chiaramente il Vangelo.

Data :29 Agosto 2021
Aspra l’attesa, dolce il frutto

Aspra l’attesa, dolce il frutto

Parlava spesso del regno dei cieli, soprattutto attraverso parabole. Ne parlava al futuro, come qualcosa che sarà, ma dalle sue parole si può ben comprende quanto questo regno fosse strettamente legato al presente, a pensieri e comportamenti da mettere già in atto.  Colui che è atteso non è sconosciuto né lo si scoprirà alla fine per un magico effetto a sorpresa. Colui che è atteso, in qualche modo, lo si è già conosciuto: lo sposo altro non è che il fidanzato. Alle nozze si giunge per un cammino quotidiano di fidanzamento. "Chi non conosce l’aspra beatitudine dell’attesa, che è mancanza di ciò che si spera, non sperimenterà mai, nella sua interezza, la benedizione dell’adempimento"

Data :27 Agosto 2021
Scusa, hai detto “Vegliate!”?

Scusa, hai detto “Vegliate!”?

Si dice che siamo fatti di attese. Attendere è tendere a qualcosa. E certo questa attesa va collocata ben oltre noi stessi, perché le attese quando riposano su noi stessi, rischiano di pesare oltre misura. Il Vangelo stesso è frutto di attesa. Certo è che sempre l'attesa può spazientire. Certo è che siamo sempre meno pazienti. Rapidità e velocità per di più sembrano proprio non lenire l'ansia da attesa ma, al contrario, l'acuiscono. Vigilanza oggi ha purtroppo il sapore della sorveglianza, del controllo. La vigilanza di cui parla il Vangelo ha piuttosto assonanze con il servizio.

Data :26 Agosto 2021

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