“… per causa mia e del Vangelo”

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Data :18 Febbraio 2022

Wait for the Lord, whose day is near.
Wait for the Lord: keep watch, take heart!

Aspetta il Signore, il cui giorno è vicino.
Aspetta il Signore: veglia, coraggio!

Dal Vangelo secondo Marco (8,34-9,1)

In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».

E voi chi dite che io sia? (Mc 8,29)
Duemila anni fa un uomo pose questa domanda a un gruppo di amici. E la storia non ha ancora dato una risposta definitiva. Dopo venti secoli la storia continua a ruotare intorno a quell’uomo. Chi è dunque quest’uomo per il quale tanti sono morti, amato da molti alla follia? Da duemila anni in qua il suo nome è stato sulla bocca di milioni di agonizzanti come invocazione di speranza, e di migliaia di martiri come grido di trionfo. Quanti sono stati incarcerati, quanti sono morti solo per essersi proclamati suoi seguaci!

Chi è infine questo personaggio che sembra suscitare una dedizione totale o un odio irriducibile, questo personaggio che taglia la storia a metà? Chi è, e che cosa abbiamo fatto di lui? Come abbiamo usato o tradito la sua voce? Quale succo misterioso o maledetto abbiamo estratto dalle sue parole? È fuoco o è oppio? È balsamo che cura, spada che ferisce o morfina che addormenta? Chi è? Chi è? È una domanda alla quale urge rispondere perché, se egli è ciò che proclamò di se stesso, se egli è ciò che affermano i suoi discepoli, essere uomo è qualcosa di molto diverso da ciò che immaginiamo, di molto più importante di ciò che pensiamo. Perché se Dio è stato uomo, si è fatto uomo, la condizione umana cambia completamente. 

Conoscerlo non è una curiosità. È molto più che un fenomeno culturale: è qualcosa che pone in gioco la nostra esistenza. Perché con Gesù non è come con gli altri personaggi della storia. Gesù esige risposte assolute. Egli garantisce che credendo in lui l’uomo salva la propria vita, mentre misconoscendolo la perde. Di conseguenza – se questo è vero – il nostro cammino e la nostra vita cambiano a seconda della nostra risposta intorno alla sua persona. 

Alla fine ti rendi conto che non c’era bisogno di tante parole, che ne bastava una sola: Gesù. Che il suo messaggio era lui stesso, che il suo regno è lui. Egli non ci donò elucubrazioni della sua testa, il succo della sua intelligenza, la meraviglia poetica dei suoi giochi di parole, ma la sua vita intera di uomo-Dio. Non fu un filosofo, né un saggio, né un poeta geniale; fu la Parola incarnata, il messaggio di Dio fatto uomo. Il suo regno non è un paradiso perduto in un mondo mitologico, è il paradiso che si incontra in lui, che è cominciato in lui. E non esiste altra via per seguire i suoi insegnamenti, che quella di imitarlo, di avere il coraggio, dall’insulso grigiore della nostra malvagità, di cercare di ricopiare un po’ alla meglio la sua vita. Così lo intesero i suoi primi seguaci. 

La sua presenza nel mondo – scrisse Kierkegaard – non diventerà mai un fatto del passato, un fatto sempre più passato. Finché esisterà un credente sarà, in quanto credente, contemporaneo di Gesù. Così, dunque, credere nel messaggio di Gesù è sapere che egli continua ad essere fra di noi, che sta al mio fianco, con me, in me.

E proprio per questo oggi è un pungolo che ci sta dando scandalo. Sapeva che la sua parola, il suo messaggio, sarebbe stato uno scandalo per noi. O sarebbe più giusto dire che noi saremmo sempre stati uno scandalo per questa parola? Forse sì. Perché per secoli ci siamo dedicati ad aggiungere acqua al vino di questo messaggio. Berlo puro era pericoloso, poteva darci alla testa, poteva mettere a soqquadro la nostra vita. Dobbiamo difenderci, salvare a qualunque costo il nostro comodo. Anche a costo di «adattarlo»; che per renderlo «accessibile», lo abbiamo ridotto alla nostra misura. 

(tratto da: José Luis Martin Descalzo, Gesù di Nazaret – vita e mistero

Tiziano Vecellio, Gesù e il cireneo,  1565 circa – Museo del Prado, Madrid

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Piccoli Pensieri (2)

Savina

“Ecce homo”
Così disse Pilato…
Chi è? Chi è per me?
Mi faccio spesso questa domanda.
(…perché se Dio è stato uomo, si è fatto uomo, la condizione umana cambia completamente.)…
Queste parole mi colpiscono perché non riesco a mettere sullo stesso piano la natura divina e la natura umana di Gesù.
Prevale sempre, o per meglio dire per me, metto in primo piano la sua natura divina perché faccio riferimento alla Parola così nuova e coinvolgente e da Lui così abbondantemente seminata e a tutti i segni/miracoli che mi viene spontaneo pensare “eh Lui può perché figlio del Padre…”
Ma Lui ha chiaramente detto che se avessimo fede quanto un piccolo seme riusciremmo anche noi a fare miracoli.
Eppure… quell’ “ecce homo” riporta Gesù accanto a me, facendomi riflettere sulla sua e nostra natura umana.
Molto più l’immagine della Sindone, (a me molto cara), secondo me riassume tutto il perché Gesù abbia voluto condividere la nostra natura.
Tutti i segni sul suo corpo condannano senza assoluzione la violenza dell’uomo verso il suo simile, nessun segno di difesa perché la mitezza è l’atteggiamento che vince, il dolore senza ribellione per obbedienza al Padre.
Confesso di essere un po’ confusa, se cerco di vederLo come uomo mi sembra di fargli torto, ma la sua natura umana è lì evidente che ci grida quanto importanti siamo per il Padre.
Ora metterò la mia confusione nelle Sue mani, sperando che possa illuminare la mia mente e il mio cuore.

18 Febbraio 2022
Carla

Sto leggendo un libro molto interessante, bello :”Dare la vita per l’opera di un Altro”. Gesù affrontò la morte, si sottopose a una morte in croce, drammatica, per la salvezza di tutti gli uomini e donne della terra. Obbedì a Suo Padre : Dio. Come fu duemila anni fa, così è ora per tutti noi un grande MISTERO, che ci sarà svelato quando saremo faccia a faccia con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma ogni volta che noi non seguiamo i Suoi insegnamenti Lo mettiamo in croce. Pensavo anche che se noi cristiani praticanti ci rapportassimo alle altre persone non credenti anche solo con un sorriso, le stesse vedrebbero che noi siamo sereni, lieti nell’affrontare le vicissitudini della vita. Cosicché potessero queste persone aprirsi ad un’amicizia con noi e magari anche ad ascoltare la parola di Dio. Questa si può definire, a mio avviso, evangelizzazione.

18 Febbraio 2022

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