…perché non era perduta
Il caldo rovente sconvolge i programmi e rivoluziona le abitudini. Spesso al mattino presto, finché appena fa un poco più fresco, è ora il tempo per sistemare casa o stirare quei due panni che ci mettiamo addosso. La preghiera non cerca chiese ormai afose anch’esse; solo un po’ d’ombra, un angolo dove soffia un po’ di vento. In casa o all’aperto. Anche impegnarsi in letture prolungate mi sembra più difficile. Così mi accompagno con piccoli libri di poesie. Poche parole, piccole folate d’aria tra il canto assordante delle cicale. Ecco perché di questi tempi ci sono queste poesie di Chandra Candiani. Ogni tanto sembrano parole che accennano a preghiere o che ne ispirano di più brevi e semplici. Così…
Il sonno è nostro
ordinario stato
finché non arriva
un vento di parole
una poesia
un pastore d’istanti
con arcaica sapienza della cattura.
(Chandra Livia Candiani, Fatti vivo)
… e dunque
vieni Santo Spirito
che porti a noi la Parola!
Dal Vangelo secondo Matteo (15,21-28)
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Alcuni giorni fa (lunedì per la precisione) ascoltavamo il racconto della distribuzione dei pani nella versione di Matteo (Mt 14,13-21). Il racconto termina come ben sappiamo con queste parole: Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Pochi versetti oltre si parla ancora di pane. Di briciole di pane per la precisione. E si tiene conto anche di una donna che agli occhi di Gesù acquisirà un valore che supera di gran lunga tutti i calcoli umani e perfino quei confini che solitamente servono a noi per darci quel senso di identità e di appartenenza.
Gesù al centro di segni e di polemiche, si sposta e si mette ai margini; come spesso accade, basta avvicinarsi ai margini per lasciar intendere un certo modo di collocarsi nel mondo, di percepire la realtà. Forte dell’esito di questa prodigiosa distribuzione di pane, sappiamo bene che Gesù avrebbe potuto approfittare di questo avvenimento. Preferisce invece allontanarsi mantenendosi sempre e comunque in un atteggiamento vigilante di ascolto e di premura. Gesù non sta ai margini della sua regione per difenderne i confini ma per lasciare che quel medesimo confine diventi soglia di un incontro.
Si è detto a ragione che questa donna straniera è in un certo qual modo capace di convertire Gesù il quale, da buon ebreo, non avrebbe dovuto rivolgere parola agli stranieri. Ad un primo ascolto superficiale, la sua risposta alla supplica di quella madre ha il tono di una parola gelida che sembra non lasciare alcun margine al dialogo. «Non sono stato mandato – dice – se non alle pecore perdute della casa d’Israele». E quella donna non appartiene alla casa d’Israele. Ma certamente non è nemmeno perduta per quanto possa essere esasperata dal demonio che continuamente tormenta la figlia. Ella sa cosa cerca. Ella sa cosa vuole.
Gesù vede in quella donna colei che comprende perfettamente il senso di quel ritirarsi di Gesù lontano dalle folle, dal clamore, dal successo e dal potere. Egli, mandato per le pecore perdute, ora si trova davanti ad una cagnolina che non ha di certo smarrito la strada di casa e se ne sta ai piedi di colui che può donarle anche alcune briciole dopo che ha saputo far avanzare dodici ceste piene. I discepoli sembrano perorare la causa dalla parte della donna forse perché più infastiditi che mossi da pietà.
Ora non resta che salutare la grande fede di quella donna che sa che pure nelle briciole c’è salvezza. Ogni volta che ascolto questo brano mi vengono sempre in mente diverse ricette di cucina fatte col pane perduto. Non si butta nulla. Nessun incontro è sprecato. Ogni occasione è buona per riconoscere le proprie fragilità, per mendicare cure, per conoscere il potere salvifico che sta dall’altra parte di me stesso. Colei che per Gesù poteva essere soltanto una straniera diventa improvvisamente colei che riconosce in Gesù l’autore della sua fede.
Troppo spesso ce ne stiamo tranquilli e pacifici al cuore delle nostre appartenenze religiose e sociali convinti d’essere al posto giusto, rinchiusi in osservanze scrupolose ed esteriori. Mai ci immagineremmo come dei cagnolini ai piedi della tavola di un Signore in cui diciamo di credere solo perché pensiamo d’averlo trovato e conosciuto pienamente: ecco dunque che Gesù si rivela il Signore anche dei cagnolini e non solo il pastore delle pecore. E quella donna, che forse avremmo saputo guardare soltanto con occhi di umana compassione considerandola una povera dannata per quel suo tormento, ecco che nasconde dentro di lei la fede più grande.
Mi inginocchio
senza sapere perché
mi inginocchio sul letto
di notte
e mi fa lezione la nostalgia.
È un gesto che chiama
e raccoglie brandelli di me,
non una richiesta,
non un sogno,
solo obbedienza del corpo
a una certa angolazione
tra terra e aria.
Tu mi sei piccolo
quasi mi stai in tasca
sei di mollica di pane
quella che scavo di nascosto
dalla tua michetta. […]
(Chandra Livia Candiani, Fatti vivo)
La Parola nelle pieghe del nostro quotidiano e col profumo del Pane.
Grazie!
Briciole…
Briciole, che poste in un tegame a tostare diventano condimento per la pasta, lo dicono povero ma di una grande bontà.
Briciole, che in due fiabe, Pollicino e Hansel e Gretel, vengono usate per ritrovare la strada di casa.
Briciole, per la felicità dei nostri amici passeri che, superando la loro paura, si avvicinano per goderne. E le formiche? Chi non ha mai provato a mettere un po’ di briciole presso il loro nido? E vedere con quanta frenesia corrono per portarle tutte nel nido…
La donna cananea chiede una briciola di attenzione ma la sua fede è immensa.
Lei sa che non verrà rimandata a mani vuote da questo Gesù che non conosce ma del quale ha sentito parlare.
“Chiedete e vi sarà dato”
Nessuno escluso, quando cerchi Gesù e gli gridi la tua angoscia affidandoti completamente a Lui, non puoi non essere ascoltato.
E sono tante le persone che, nei racconti Evangelici, hanno gridato a Gesù con fede attirando la sua attenzione.
Noi, non solo non sappiamo chiedere, ma forse abbiamo perso anche quelle briciole di fede vera per le quali Gesù, commosso e compassionevole, si fermerebbe per ascoltarci….
“Fede”
è parola piccola,
un seme
un granello di sabbia
una briciola
Una potenza infinita!
La tua meditazione a questo brano di Vangelo, mi ha proprio illuminato. Sempre più questa donna Cananea ci è maestra per la sua fede e soprattutto per la sua umiltà… tutto attende come briciole di gratuità e non per i propri meriti.