Più o meno… un segno

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Data :15 Febbraio 2021

Mi raccontavano, ai tempi in cui anch’io ero studente, di un professore di filosofia: chiamati i suoi alunni alunni alla lavagna per essere interrogati li mandava letteralmente in crisi con una sola e semplicissima domanda: «Disegna la realtà». A quel punto nessun alunno sapeva più cosa fare. Provate voi stessi. Disegnate la realtà.

Fatto? 

Il professore con la sua filosofia – è proprio il caso di dirlo – stanco di attendere che l’alunno potesse rispondere alla sua domanda con un semplicissimo disegno, diceva sempre: «Non sei capace nemmeno a disegnare una mela?». Una mela… ecco la realtà. Esiste. E ciascuno di noi, una volta imparato che quel frutto ha quel nome proprio, conosce via via la realtà in tutte le sue espressioni e manifestazioni. Finché si tratta di cose visibili. Ma anche lì…?!

La realtà, certo, è anzitutto ciò che appare ai nostri occhi, ciò che noi vediamo. Eppure non sempre siamo capaci di comprendere il significato di ciò che vediamo o ascoltiamo. Ci sono cose che ci sfuggono… Si tratterebbe dunque di cogliere, decifrare, conoscere e comprendere i segni che compongono e arricchiscono la nostra realtà. Ma cosa è un segno? Cosa fa un segno?

Un segno non è altro che un segno. Il suo valore è racchiuso nel rimandare ad altro. E quindi pur essendo qualcosa di molto preciso, esso va oltre il segno stesso. Cosa distingue uno scarabocchio su un pezzo di carta da una lettera o una parola scritta? Possiamo passare delle ore a dire cosa vediamo in uno scarabocchio come quando guardiamo il cielo e vediamo nella forma delle nuvole qualcosa di preciso ma che non è nelle nuvole. Una volta compreso il valore del segno siamo rimandati ad altro. 

Parte di ciò che noi insegniamo è una scuola di comprensione e di decifrazione di segni. Scrivere, leggere, fare calcoli, disegnare, dipingere, progettare: è tutto un insegnamento. A scuola ci siamo andati anzitutto proprio per imparare il linguaggio dei segni, per comprenderne il significato e la portata. Che differenza c’è tra il segno «meno» e il segno «più»? Fate due calcoli utilizzando questi segni e vi troverete impoveriti o arricchiti. 

Il fatto è che li lasciò a bocca aperta quando dividendo pochi pani e qualche pesciolino, in realtà li moltiplicò. La matematica e ogni logica umana andarono in crisi e quel fatto accaduto diventava segno da leggere diversamente da come erano abituati. Gli chiesero segni ignorando completamente tutti quelli che già aveva fatto. O più semplicemente quei segni non rientravano nei loro schemi; stando alla loro comprensione della realtà, i conti non tornavano e quindi cercavano di fare la prova. O come se fossero davanti ad un uomo che parla un’altra lingua ma non ebbero il desiderio di comprenderne il linguaggio quanto di ribadire la loro estraneità. Il segno, suo malgrado, mostrava anche la durezza di loro cuori, la loro lentezza a credere.

Egli, osservava la realtà, quello che appariva davanti ai suoi occhi. Ed era un attimo per lui provare compassione, perché subito era in grado di decifrarne tristezze, turbamenti e angosce nel cuore dell’uomo. Venivano da lì i suoi segni: da un cuore che prova compassione. Davanti ad una serie di avvenimenti tristi e ingiusti, che non insegnano mai nulla all’uomo perché certi segni non li vorremmo nemmeno vedere, Egli era per loro il segno che Dio stava visitando il suo popolo e lo illumina di una luce nuova. 

Egli fu tutto un segno. Fin dalla nascita. I pastori trovarono nel bambino un segno. Vennero degli angeli dal cielo a dire loro che avrebbero trovato esattamente quel segno. Segno della vita è un bambino appena nato. Segno dell’amore che serve per vivere è un uomo che lava i piedi ai suoi discepoli. Un bambino è un uomo in più sulla terra, la sua morte una vera sottrazione. Più o meno… ecco inquadrata l’esistenza. Tra questi due segni estremi, nell’arco della sua esistenza altri segni di condivisione… e moltiplicava la gioia, lo stupore, cresceva il regno di Dio come da un chicco di grano si ricava il trenta, il sessanta, il cento per uno. 

Donaci, Signore,
di vivere il quotidiano
in modo straordinario,
con un’eccezionale intensità;
e di vivere l’eccezionale
in modo del tutto consueto.

Dal Vangelo secondo Marco (8,11-13)

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

Detesto l’inutile ricercatezza
detesto le parole e i capoversi,
quando a ogni passo ci sorprendono volti morti
disperazione e angoscia.

O Dio, perché siamo così vagabondi?
Perché ci sono così tanti poveri e orfani?
Perché il tuo santo popolo erra
nel dessero del mondo, eterno e immenso?

Conosco soltanto la gioia del dare,
per estinguere il dolore del mondo.

(Mat’Marija)


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Piccoli Pensieri (3)

Emilia

Penso che la prima volta in cui abbiamo sentito ed imparato la parola “segno” sia stata da piccoli quando ci insegnavano il “segno della croce” partendo dalle mani giunte, fronte, vita,spalla sinistra, destra e ricongiungimento delle mani. Con lentezza,spalla aperte e mani ben giun te. Ora il segno della croce è diventato un gesto frettoloso, quasi abbozzato la nostra era digitale ci dona più – che +.imparismo a trasformarli in x e : moltiplicare e condividere.

15 Febbraio 2021
Dania

Un segno come lo era lo scambio della pace…
Era solo un segno, è vero, perché la pace vera la dona il Signore, anche attraverso le parole del celebrante, ma l’idea di poter augurare ad un fratello o ad una sorella la stessa cosa che Lui vuole per ciascuno di noi, lì ma ancor più nella vita di tutti i giorni, nei legami che si intessono o con le persone che si incontrano, è per me un messaggio potente. Ben venga allora uno sguardo che esprima tutta la tenerezza o il desiderio di essere costruttori di pace, anche perché è “vedendo la folla che Gesù prova compassione” e forse è solo a partire dall’ascolto e dallo sguardo attento e premuroso verso gli altri che può rinascere una nuova umanità, che sappia riscoprire nell’incontro con l’altro il volto di Gesù.
Grazie Signore per ogni occasione che ci dai per amarTi

15 Febbraio 2021
Stefano

Se ti avvicini a Dio trovi tanti segni, soprattutto il +. Grazie

15 Febbraio 2021

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