Prima scrive nei corpi poi sulla carta
Ieri sera, un black-out molto diffuso di elettricità ha mandato in panne non poche apparecchiature. Mentre andava in scena, nel giardino di casa parrocchiale, la storia di Alfonsina Strada della compagnia teatrale «Luna e Gnac», anche l’attrice in scena (una eccezionale Federica Molteni) è rimasta senza microfono… e senza luce. Ma gli artisti – si sa – sono anche abili inventori e, di certo, non mancano di ingegno e creatività. La voce arriva al pubblico nella sua forma più naturale, senza mezzi di amplificazione. I fari dell’auto del regista vengono puntati verso la scena e lo spettacolo continua in una modalità che lascia davvero trasparire quanto ancor più ingegnoso e abile sia l’essere umano!
Questa mattina all’alba, impossibile connettersi! Il piacevole appuntamento quotidiano, quando manca… lascia sorpresi gli amici lettori. Mi ingegno dunque anche io in un ritaglio di tempo nel primo pomeriggio: un ponte di connessione col cellulare mi permette ora di scrivere qualcosa e di postare il mio pensiero quotidiano attorno al Vangelo. Come si dice: meglio tardi che mai!
Nel pensiero cristiano, la Parola [di Dio] s’incarna da sempre. Più tardi, parecchio tempo dopo, è l’uomo ad averla fissata sulla carta. Scrivere è appuntare per non dimenticare. Scrivere è lasciare il segno, tracce di un passaggio. E così Dio lascia il segno del suo passaggio proprio nei corpi degli uomini: nei grembi di donne sterili o che sorridono al solo pensiero di diventare madri ad una certa età. È il caso di Sara, moglie di Abramo, alla quale Dio stesso ha corretto il nome, così come chiederà che sul corpo maschile circoncisione ricordi a chi appartiene la Vita. Le promesse di Dio lasciano il segno. Dove Egli passa, nel corpo resta traccia di quell’incontro.
Nemmeno il Male può incidere e dilaniare così tanto la carne. È questo che crede il lebbroso che si getta a terra davanti a Gesù, sceso dal monte. L’eco delle sue parole, di quel discorso rivolto a coloro che egli chiamava beati semplicemente per il fatto che fossero presenti ad ascoltare le sue parole, giunse certamente agli orecchi di quell’uomo. Il suo corpo, prostrato davanti a Gesù dice qualcosa di più di tanti altri lebbrosi che avrebbero dovuto soltanto battere la ritirata o invitare ad allontanarsi. Il suo corpo racconta la sua fede, ciò che crede e spera.
Gesù, una volta guaritolo, gli impone il silenzio. Perché? Non c’è bisogno di spiegare, di raccontare, di entrare in dettagli. Il suo corpo parlerà da solo. Quel corpo libero dalla malattia sarà certificato di salute e di salvezza. E chi vedrà quel corpo risanato, se capace di leggere ciò che Dio stesso vi ha scritto, non potrà che dare gloria a Dio stesso.
Non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo
per fare, o Dio, la tua volontà».
salmo 39 (40)
Dal Vangelo secondo Matteo (8,1-14)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
L’umano interiore
grida verso di te, mio Dio.
L’uomo interiore non ti prega solamente
con il rumore delle labbra
ma con lo slancio del cuore.
Dov’è, Signore, che doni la tua grazia?
Nell’interiorità.
È là che io prego,
è là che vengo esaudito,
è là che ottengo la felicità.
Hai pregato, sei stato esaudito, sei felice;
e chi ti sta accanto non lo sa affatto.
Tutto è avvenuto nel segreto.
Signore, tu mai detto:
«Io ti accolgo come sei;
tu sei mio amico;
sii fecondo e porta frutto».
Il nostro nome è tatuato sul cuore di Dio ed il Suo mi chiedo se è tatuato sul mio/nostro…
“Se vuoi,puoi purificarmi…” perché “ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio”, che purifica i nostri corpi per purificarci l’anima così che possiamo tornare a fare la Sua volontà e si compia il Suo disegno su ciascuno di noi. “Come Tu mi vuoi io sarò e dove Tu mi vuoi io sarò” perché “Eccomi Signore io vengo…si compia in me la Tua volontà” potremmo cantarGli ogni nostro giorno. Il Suo volere è vederci liberi e felici, nel costante ed arduo compito di amarci gli uni gli altri come Lui ha fatto con noi.
La Sua fantasia è illimitata,ci basterebbe guardare il cielo per vederla ogni giorno in azione e, grazie a Lui, anche la nostra ne viene illuminata a volte.