Quel peso specifico che orienta il cammino
Desert crossing, Rajasthan, India (National Geographics, 2011)
(At 17,15.22-18,1 / Sal 148 / Gv 16,12-15)
Anche le cose che riguardano la vita spirituale hanno un loro peso specifico. Diversamente la fede perderebbe concretezza e sembrerebbe un vaneggiamento. Ci sono cose che a noi sono state rivelate, cose che riguardano la nostra vita umana. Prendendole seriamente ne assumiamo la portata, il peso… come Gesù, che per compiere la volontà del Padre – rivelare al mondo la vera essenza di Dio – deve prendere la croce. Così sarà dei discepoli che prendessero in seria considerazione la proposta del Vangelo: ne sentiranno tutto il peso in termini di prove e persecuzioni che dovranno subire a causa del Vangelo stesso.
Gesù ha sottolineato l’opportunità della sua partenza, come fosse un bene più grande che tuttavia i discepoli, sul momento, non compresero. Non comprendo quale beneficio avrebbe arrecato la morte del loro maestro. Alla vista di tutti i segni che Gesù aveva compiuto, già descritti nella prima parte del Vangelo di Giovanni, molti credettero in Lui. Un numero abbastanza considerevole di discepoli da scomodare il Sinedrio stesso che prenderà in seria considerazione l’ipotesi di eliminare Gesù. Quel giorno, durante quella riunione dei sommi sacerdoti e degli anziani del popolo, Caifa disse qualcosa che alle nostre orecchie suona come un complotto, mentre l’evangelista Giovanni non esiterà a parlare di una profezia che sarebbe dovuta avverarsi. Disse Caifa: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». E l’evangelista annota: Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. (Gv 11,50-52).
Gesù, parlando dello Spirito santo, ne parla come di Qualcuno che ci raggiungerà a rivelare le cose a venire, cose di cui oggi non comprendiamo il senso o non riusciamo a portarne il peso. Ho incontrato in questi giorni una coppia di fidanzati che presto si sposeranno. Lo avrebbero fatto anche prima e, per cause ormai note, hanno anche loro rimandato più volte la celebrazione. Causa pandemia, intendo. Mi lascio sempre gradevolmente accompagnare dentro le loro preoccupazioni legate al matrimonio: documenti, fiori, musica, cose che gli sposi vorrebbero e cose che non si possono fare… tutte cose che sembrano già appesantirli. Ora si è soliti cercare lumi anche in internet. In ogni caso il risultato è più o meno sempre lo stesso: un crescente stato di confusione, che rima con agitazione, apprensione. Più nella donna che nell’uomo tanto che l’uomo pare sempre più distaccato e meno coinvolto. È più o meno sempre così. Comunque sia, diradate le nebbie di queste cose che occorre comunque sapere, mi capita poi di prenderli per mano e portarli, con altre domande, a parlare di cose, per così dire, più pesanti.
I due giovani ragazzi, sono già genitori di una bambina di tre anni. Il papà aprendo il tesoro del suo cuore, mi dice che spesso entra in chiesa, con la sua piccola per una preghiera. Per lui – mi dice – la preghiera ha sempre il sapore del ringraziamento più che della domanda. Quello che ha gli pare già molto e non può fare a meno di ringraziare.
Ultimamente – mi raccontano – la bambina a preso a chiedere davanti ad un crocefisso: «Perché Gesù è in croce? Chi è stato? I cattivi?». Eccoci già ad altri livelli, ben oltre quelle preoccupazioni iniziali di cui ora, loro stessi ne comprendono la piccolezza. Le cose a venire, quelle che lo Spirito avrebbe rivelato improvvisamente mi paiono anche queste: com’è possibile che dalla bocca di una bambina di tre anni escano certe domande? La morte, e quella morte di croce, anche agli occhi innocenti di un bambino appare come ingiustizia e la cattiveria degli uomini che arrivano ad uccidere un loro simile, spingono quella creatura indifesa a cercare risposte nella direzione da cui gli sono già venute la vita e l’amore.
Mamma e papà il più delle volte restano senza parole. Spiazzati. Io sono certo che lo Spirito santo li porterà a comprendere, insieme alla loro piccola, che dentro quella morte atroce, è nascosto l’amore di Dio per ciascuno di noi. In quel momento le parole di Caifa sembravano avverarsi nuovamente: …per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
Orientare la nostra vita verso cose future non è che scoprire cose che ancora non conosciamo, quelle cose che Dio ha preparato per noi fin dall’antichità. In certi paesi del mondo (e c’erano pure da noi) ci sono ancora donne che portano in testa il peso di grandi recipienti contenenti acqua o materie prime per la vita domestica. Chi conosce il valore specifico di certe cose, se ne fa carico perché altri possano ricevere tutto il beneficio dell’acqua portata a noi quando si vive in mezzo al deserto. Abbiamo bisogno di uno sguardo spirituale che ci orienti maggiormente verso le cose a venire. Magari immaginandole, per fede, migliori di quelle già viste.
Spirito Santo del Padre,
promesso dal Figlio agli esseri umani
scendi in noi e sostieni la nostra preghiera.
Vieni e prendi dimora in noi,
illumina gli occhi del nostro cuore,
fa’ ardere in noi la Parola di vita,
perché possiamo entrare sempre più
nel mistero della Tua presenza
in cammino nella storia
e nelle storie di ogni persona.
Amen.
Dal Vangelo secondo Giovanni (16,12-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Non su di noi, Signore,
non sul nostro modo di agire
concentra l’attenzione degli uomini,
ma sul tuo amore fedele e potente
perché Tu solo sei degno di lode.
Troppa gente ancora si chiede:
«Ma Dio esiste veramente?
A cosa serve la sua presenza?»
La tua presenza è spirito e vita,
tu susciti amore e perdono.
Gli uomini cercano idoli:
ideologie e miti da consumare,
onorificenze e posti di comando,
il controllo e il plauso dei mass media.
Loro idolo è anche la scienza,
i calcolatori e i cervelli elettronici:
hanno memoria e grandi capacità di lavoro
ma non hanno cuore e intelligenza,
sono solo delle macchine sofisticate.
Come loro diventa chi le fabbrica,
uno schiavo chi le usa tutto il giorno;
come loro è sterile e disumano
chi ai loro circuiti affida la sua vita
e crede solo nel potere dell’uomo.
Noi invece ci affidiamo al Signore,
solo Lui è vero aiuto e difesa.
Ogni uomo si affidi al Signore
solo Lui è vero aiuto e difesa.
Dagli idoli e miti dell’uomo
viene morte, sangue e dolore
e bestemmie che salgono al cielo.
Dai credenti e dagli uomini onesti
viene vita, gioia, fiducia
e una lode incessante al Signore.
salmo 113b, trascrizione di Sergio Carrarini
Quando Gesù parla di Spirito, la domanda sorge spontanea: quando parlerà lo sentirò? Come?
La risposta è nell’episodio di questa piccola bambina: dai piccoli e dai semplici ci arriva la voce dello Spirito, che spesso non da risposte, ma co invita ad interrogarci su quanto a volte diamo per scontato… compresa la croce di Gesù.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.
Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell’aurora
per abitare all’estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra[…]
Sono stati diversi i momenti in cui, nella mia vita, mi sono posta domande sulla fede. Soprattutto durante l’adolescenza. È anche capitato che, per un po’, decidessi di non seguire la famiglia a messa, perché non ero convinta. Perché non mi disperdessi del tutto un grande contributo l’ha dato senz’altro la grande fiducia trasmessami da mia madre. Fiducia nel “darmi il mio tempo” che, di fatto, era manifestazione diretta della sua fede che, devo dire, si è sempre dimostrata ben riposta! Mi sono presa i miei tempi per capire e poi, a tempo debito, ritornare. Sono senz’altro debitrice alla fiducia nella fede di mia madre che, nel corso degli anni, mi ha insegnato molto e continua a farlo!