R.S.V.P.

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Data :20 Agosto 2020
Pieter Bruegel il vecchio, Danza nuziale, 1566

Da forze buone avvolto in modo fedele e silenzioso, protetto e miracolosamente confidente voglio vivere questa giornata. Signore, dona alle nostre anime impaurite, la salvezza per cui ci hai creati. Certo vuoi donarci ancora gioia per questo mondo. Da forze buone, miracolosamente accolti qualunque cosa accada, attendiamo confidenti. Dio è con noi al mattino e alla sera e – stanne certo – in ogni nuovo giorno.

(Dietrich Bonhoeffer, lettere alla fidanzata)

Dal Vangelo secondo Matteo (22,1-14)

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole ai capi dei sacerdoti e ai farisei e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Quando due fidanzati si decidono per le nozze, fervono i preparativi. C’è in quei giorni un notevole dispendio di energie tra sogno e realtà, tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che è possibile. C’è pure chi preferisce non pensare al matrimonio anche perché – si dice – sposarsi è diventato un impegno economico non indifferente. Uno dei punti abbastanza critici dei preparativi è relativo al momento in cui bisogna scegliere chi invitare… Fare una cernita degli invitati, adottando dei criteri, è sempre in qualche modo escludere qualcuno. Si può cominciare dai parenti, ma fino a che grado? Poi gli amici, a volte anche i colleghi di lavoro. Immaginiamo pure di aver potuto invitare tutti coloro con i quali si desidera condividere la gioia di quel giorno.  Moltiplicate ora la gioia dei futuri sposi con quella dei relativi genitori… ed avrete così la temperatura di quel giorno!

Sull’invito una sigla: R.S.V.P. Rispondete per favore. È formula da associare ad un invito per un qualsiasi tipo di evento, privato o pubblico: un matrimonio, una festa di compleanno, l’inaugurazione di una mostra, e così via. Si usa, in particolare, quando chi organizza l’evento ha bisogno di sapere in anticipo il numero dei partecipanti effettivi, in modo da predisporre il numero adeguato di posti e di porzioni per il pasto.

Per i promessi sposi, iniziano a questo punto le delusioni: gente che non risponde o che trova scuse impensabili per non partecipare. Altri hanno motivazioni più serie: un impedimento legato alla salute, al lavoro. Qualcuno all’invito a nozze associa immediatamente l’idea di dover fare un regalo agli sposi e, spesso, non potendo… scelgono di non partecipare. E il pensiero corre a tante altre persone che non si sono potute invitare e che, forse, avrebbero meglio gradito.

Sono cose che ho sentito dai racconti di chi si prepara ad un matrimonio, cose che ci possono aiutare ad entrare nella parabola di oggi, anche solo per considerare lo stato d’animo di colui che invita. 

Di matrimoni è piena la sacra Scrittura. Tra pozzi d’acqua, luoghi di incontri o di fidanzamento, e feste di nozze si raccontano le storie e i temi più belli. Si racconta di Dio. La parabola del banchetto nuziale di oggi tuttavia è tragica a dir poco. Sullo sfondo, probabilmente, fatti di cronaca che fanno da sfondo. Non ultima la distruzione della città di Gerusalemme che avverrà nel 70 d.C. 

È Dio che ha preparato le nozze per suo Figlio. È lui che ci invita. È lui che prova quel sentimento di delusione e frustrazione davanti a coloro che hanno scuse legittime e pur banali per rifiutare l’invito. Lavoro e denaro le motivazioni di fondo che sostengono il rifiuto di partecipare alla festa.

Ma giunge il giorno e il banchetto è ormai pronto… non si può mandare all’aria la festa. Non resta che invitare senza fare selezione. Cattivi e buoni siederanno a quel banchetto. Si rallegra dell’ultimo arrivato come fosse il primo tra gli invitati. C’è una sola condizione richiesta: indossare l’abito nuziale. Cosa simboleggia quest’abito? Non certo qualità morali dato che ora, nell’ultimo invito fatto, sono invitati buoni e cattivi. I padri della Chiesa, fin dalle origini, hanno visto in quest’abito la dignità che ci è venuta col Battesimo, nel giorno in cui siamo stati rivestiti di Cristo. Già Paolo scriverà nella lettera ai Galati: “Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,27). Sopra la nostra umana miseria c’è un rivestimento che ci rende simili a Cristo, lo sposo. 

Ora, azzardiamo pure dei parallelismi. E se l’Eucarestia fosse davvero segno di questa festa di nozze? O ancora: se tutta la vita, nel suo scorrere quotidiano, fosse questo banchetto? Rivestiti di Cristo, nel giorno del Battesimo, siamo già entrati nel regno. Ogni giorno, prima di uscire di casa, guardandoti allo specchio per vedere se sei in ordine e presentabile, ricordati di indossare quella veste! Non guardare solo a te stesso. Rivestiti di Cristo, rivestiti di luce!

Gesù, Inviato di Dio

tu hai posto la tua tenda tra noi

ma i tuoi non ti hanno accolto:

beati quelli che ti accolgono nello straniero.

Gesù, Profeta di Dio,

tu hai combattuto l’orgoglio dei credenti

ma i tuoi non ti hanno accolto:

beati quelli che accettano di perdere i privilegi.

Gesù, Parola di Dio

Tu ti sei rivolto agli umili

ma i tuoi non ti hanno accolto:

beati quelli che annunciano l’evangelo ai poveri.

Gesù, Figlio di Dio,

tu hai chiamato fratelli i peccatori

ma i tuoi non ti hanno accolto:

beati quelli che non si sentono giusti.

Gesù, Amore di Dio,

tu hai dato la vita per molti

ma i tuoi non ti hanno accolto:

beati quelli che sanno morire per te.


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Piccoli Pensieri (2)

Dania

Beati noi che siamo perennemente invitati al banchetto e ad ogni celebrazione Eucaristica “alla cena del Signore”… Beati quando accogliamo questo invito e sentiamo che è festa per noi e per tutti, da condividere e da vivere con trepidazione, gioia ed emozione. Dio non si stanca di invitarci, perché la sua pazienza non conosce limiti. Che l’attesa non sia vana e che nasca, cresca sempre più in noi il desiderio di prendere parte alle nozze di Suo figlio, che ha dato tutto per noi!!

20 Agosto 2020
Alba

Mi capita spesso, durante i momenti di preghiera e durante la partecipazione della Messa, di iniziare con tanto entusiasmo e poi sentirmi svogliata, senza motivo. Non so dare una spiegazione, ma riconosco in me tanta fragilità.
Signore, in questi momenti faccio fatica a lasciarmi coinvolgere nella festa di nozze, per questo ricorro alla Tua grande misericordia : non permettere che abbandoni mai il sentiero della Tua vita, restando sempre fedele alla Tua volontà

20 Agosto 2020

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