Riconoscere l’invisibile
XXXIII domenica del Tempo Ordinario (B)
Dn 12,1-3 / Sal 15 / Eb 10,11-14.18 /Mc 13,24-32
O Dio,
che in ogni tempo
hai parlato al tuo popolo per bocca dei profeti,
effondi il tuo Spirito,
perché ogni uomo sia ricco del tuo dono,
e a tutti i popoli della terra
siano annunciate le meraviglie del tuo amore.
(dalla liturgia odierna)
Dal Vangelo secondo Marco
(9,38-43.45.47-48)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
In una chiesa gremita di giovani famiglie, di bambini e di ragazzi venuti oggi per il primo incontro di catechesi, ho pensato di iniziare la riflessione attorno al Vangelo a partire dal luogo dove bambini e ragazzi passano la maggior parte delle loro giornate: la scuola, si intende. Diversi genitori si sono fatti portavoce di alcune domande che i loro figli portano a casa quando improvvisamente al loro orecchio certe parole che sentono in chiesa o durante gli incontri di catechesi sembrano essere in una certa dissonanza con quanto la scuola insegna.
I ragazzi appaiono molto interessati alle materie scientifiche: le scoperte sempre più sorprendenti suscitano un interesse estremo e la rapidità con cui queste informazioni e queste conquiste possono oggi circolare sono prova indiscussa della bontà di queste scoperte umane. Certo, c’è ancora chi immagina di spiegare tutto continuando a contrapporre la scienza con la fede, cercando nel proprio campo le contraddizioni da opporre all’altro campo. Provando ad appoggiarmi su quanto i ragazzi presenti alla celebrazione sanno del mondo esistente, chiedo loro di provare a dire cosa c’è in questo spazio che chiamiamo chiesa. «Persone» mi rispondono senza ombra di dubbio. E poi oggetti, cose… ad un certo punto un ragazzo dice con forte convinzione: «aria»… e dentro l’aria l’ossigeno e dentro l’ossigeno molecole, neutroni, elettroni, protoni, particelle… tutte cose che ad occhio nudo non si vedono. Nessuno ad oggi nega l’esistenza di queste cose invisibili. Qualcuno le ha viste queste cose che l’occhio nudo non vede, non riconosce, non distingue. Qualcuno le ha viste servendosi di strumenti quali i microscopi.
Ora tocca a me. Riprendo la parola in quel simpatico dialogo serrato e me ne esco con un’affermazione dalle chiare assonanze bibliche: oltre a tutte queste cose invisibili che abbiamo elencato, ce n’è ancora una che pure non vediamo… «dello Spirito del Signore è piena la terra!». Anche lo Spirito del Signore appartiene a queste realtà che l’occhio umano non riesce a vedere ma con la stessa convinzione con cui affermiamo l’esistenza di molecole, atomi, particelle… con la stessa convinzione possiamo davvero dire – da credenti – che dello Spirito del Signore è piena la terra. Anche quando la terra – come in principio – era ancora informe e deserta. Anche quando la terra, come ai nostri giorni, è un groviglio di tensioni, di violenza, di contese e di guerre. Anche oggi come in principio, possiamo dire che dello Spirito del Signore è piena la terra. E dico bene la terra. Non solo la Chiesa.
E se i più sofisticati microscopi ci hanno aiutato a vedere l’invisibile del mondo fisico, cosa ci servirà perche i nostri occhi (spesso accecati dal male dilagante) possano vedere questo Spirito di Dio che riempie la terra? Quanto vorremmo vederlo nella sua concretezza. Le persone (non a caso le prime ad essere state elencate dai ragazzi come presenza nello spazio della chiesa), proprio le persone potrebbero essere lo strumento che ci rende visibile lo Spirito del Signore. Senza essere gelosi del bene che pure altri fanno al di fuori di questo spazio di cui ci sentiamo parte. Senza mettere in dubbio la bontà del bene solo perché chi lo opera non appartiene ad una comunità, ad una chiesa o non ha ricevuto un mandato. Certo è che se coloro che si vantano di portare il nome di Cristo non fossero capaci di offrire nemmeno un bicchiere d’acqua… che scandalo sarebbe! Si fa presto a dirsi credenti. Si fa presto a dire che si ha la fede ma sappiamo che non è così facile ricordarci ogni giorno e in ogni luogo in cui viviamo che quello Spirito del Signore di cui è piena la terra, attende qualcuno che lo renda visibile agli occhi dei più.
Si tratta di entrare nella vita e pure nel Regno di Dio che – non dimentichiamolo – è già presente in mezzo a noi. Quando sappiamo vedere lo Spirito di Dio è lì che il Regno di Dio si apre ai nostri occhi e noi già ne siamo parte. Dove le persone usano tutto il loro essere, il loro corpo in ogni sua parte, per dire che altro non siamo che strumenti affinché lo Spirito si possa incarnare e Dio possa prendere dimora in mezzo a noi, lì c’è il regno di Dio e la vita di ogni creatura.
Si comprendono dunque la parole dure di Gesù quando parla di mani e piedi da tagliare o di occhi da cavare. Ma certo se mani, piedi e occhi non servissero per rendere visibile l’amore che Dio ha per ciascuno, un amore così vasto da valicare confini e sconfinare in ogni tempo, a nulla servono. Non si tratta letteralmente di amputarci qualche parte di noi. Si tratta piuttosto di saper rinunciare à ciò che di noi ci impedisce di fare le opere di Dio, di rendere visibile il suo Spirito.
C’è una buona notizia anche in queste parole dure: semmai sapremo riconoscere di aver mani aride o avide; semmai sapremo riconoscerci zoppicanti nel cammino della fede o incapaci di muovere passi verso l’altro; semmai sapremo riconoscerci ciechi, cioè incapaci di vedere il bene, incapaci di vedere le necessità dei fratelli… quando sapremo dunque riconoscerci così, anche allora sapremo che Gesù è venuto per noi. È lui che può riaprire mani inaridite, far danzare gli storpi e ridonare la vista ai ciechi.
Donaci occhi per vedere
le necessità e le sofferenze dei fratelli,
infondi in noi la luce della tua parola
per confortare gli affaticati e gli oppressi:
fa’ che ci impegniamo lealmente
al servizio dei poveri e dei sofferenti.
La Tua chiesa sia testimone viva di verità e di libertà,
di giustizia e di pace,
perché tutti gli uomini
si aprano alla speranza di un mondo nuovo.
(dalla preghiera eucaristica V/c «Gesù modello di amore»)
C’è un fil rouge che accomuna il fatto che “non si vede bene che con il cuore” e quella forza che “move il sol e l’altre stelle”. Cos’è lo Spirito Santo se non l’espressione dell’ amore di Dio? Ed è invisibile, certo, impalpabile e pure difficile anche da “figurarsi” nella mente. Sarà probabilmente perciò che solo ultimamente, forse grazie alla maturità, ho iniziato a coglierne indizi nella quotidianità e, al contempo, l’ importanza effettiva e dirimente. E c’è e ci accompagna ogni giorno, in dettagli piccoli, sfumature che potremmo considerare “trascurabili” ma che, se assaporate, allargano il cuore, davvero!, e rinfrancano l’ anima a dispetto degli assassinii, delle guerre fratticide, delle violenze subite dagli innocenti… Ma dettagli piccoli come? Piccoli come mia figlia che prende la mia mano mentre percorriamo il sottopasso verso l’ospedale e camminando rasenti il muro, il suo enumerare i colori e dettagli che vede, apre il sorriso di una coppia di sconosciuti che incrociamo e salutiamo sorridenti. Piccoli come la cortesia di un ragazzo straniero che, trovando io mio telefono, risponde alla chiamata di un’ amica per segnalare il ritrovamento. Piccoli come ogni sorriso e cenno di saluto scambiati con ogni sconosciuto o sconosciuta di cui incrociamo lo sguardo. Minuscoli semi di cortesia, minuscole schegge d’amorevole attenzione, che concorrono alla composizione di un mare di possibilità per rendere questo nostro mondo migliore per tutti e per ciascuno.
“Manda il tuo Spirito a rinnovare la terra” è il versetto che amo di più.
M piace seguire gli studi sull’astronomia e sulle scoperte che continuamente gli scienziati fanno.
Ma più scoprono più si presentano nuovi interrogativi e rimango sempre meravigliata perla ricchezza di bellezze che l’Universo mostra.
Ma tant’è è opera sua e del suo Amore.
Solo che purtroppo ascoltando le varie notizie sembra che a ben pochi uomini interessi rendersi conto della sua presenza.
Così il versetto del salmo è come un grido, un’invocazione di aiuto perché solo Lui può cambiare il nostro cuore così da rendere visibile l’Invisibile.
“Perché fai questo per me?” mi chiese Jacques quando lo stavamo aiutando come gruppo Caritas.
Allora purtroppo diedi una risposta un po’ da catechismo mentre tempo dopo ripensandoci mi sono accorta che la risposta giusta era “perché sei mio fratello in Cristo”.
“Manda il tuo Spirito Signore a rinnovare la terra”
Grazie per la riflessione che mi aiuta anche come nonna quando i miei nipotini mi chiedono di Gesù, dello Spirito e a proposito della chiesa. La semplicità con cui i bambini ci pongono domande ci fa riflettere su come concretamente possiamo tramettere e testimoniare l’amore che Gesù ha per tutti noi.