Se per un attimo…
Gentile da Fabbriano (1370–1427), «Adorazione dei Magi», Galleria degli Uffizi, Firenze.
Epifania del Signore
Is 60,1-6 / Sal 71 / Ef 3,2-3.5-6 /Mt 2,1-12
Niente più segni nella notte, la stella s’è spenta.
Ma Dio, lì, nel suo Bambino donato al mondo.
Gesù Cristo è rivelato nel cuore dell’uomo.
Niente più voci dal cielo quando Giovanni battezza.
Ma Gesù, Dio riconosciuto nella sua Parola,
Quando Lui stesso la ridice nel cuore dell’uomo.
Niente più ottri dove svegliare la gioia delle nozze.
ma del vino trasformato in sangue. Nuovo prodigio!
Dio, nostro ospite in Gesù Cristo nel cuore dell’uomo.
(traduzione dell’inno delle Lodi della liturgia francofona,
per la solennità dell’Epifania)
Dal Vangelo secondo Matteo
(2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Io la posso ben comprendere questa venerazione e simpatia per i Magi venuti da Oriente. È il fascino di mondi lontani; è lo stupore per altre culture, altri paesi, altri modi di vivere, di vestire, di mangiare, di parlare… Ci fu un tempo – quando non era così facile viaggiare da un capo all’altro del mondo – in cui nutrivamo una sana curiosità mista a timore verso le altre culture. Ora che il giro del mondo lo abbiamo fatto più di una volta, ora che i nostri spostamenti sono decisamente celeri, i mondi che apparivano lontani, così lontani non lo sono più e già si pensa – dopo aver sognato? – di colonizzare altri pianeti (poiché quello che una volta chiamavamo «Spazio» è già ben riempito di satelliti d’ogni sorta), ora che l’Oriente non è più un mondo lontano, questo lato esotico evocato dalla visita dei Magi s’è pure trasformato in paura degli stranieri (potrà mai passare questa paura?), s’è trasformato in contrapposizioni di ogni genere di cui quella commerciale tra occidente o oriente è la più visibile. E non possiamo dire che sia la più innocua.
Se per un attimo riuscissimo a liberarci di tutti gli orpelli con cui abbiamo rivestito questi Magi venuti da Oriente, se riuscissimo a liberarci anche di tutti i fronzoli natalizi, forse per un attimo vedremmo il turbamento di Erode e con lui quello di tutta Gerusalemme. Basta una domanda – se innocente, ingenua o provocatoria non lo sapremo mai – per mettere in crisi Erode e tutti quelli che con lui riposano su apparenti sicurezze. Soltanto ventilare l’idea che possa essere nato un altro re che è chiamato precisamente re dei Giudei, ecco cosa basta a togliere l’apparente pace nel cuore di Erode e di tutti i suoi sudditi, volenti o nolenti.
I Magi ci ricordano che quel bambino, non è venuto a portare immediatamente la pace sulla terra: «Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettere pace, ma spada» (Mt 10,34) dira il Gesù come Matteo ce lo presenta. Quella domanda dei Magi è Vangelo, è buona notizia. E la buona notizia risiede proprio in questa capacità di lasciarsi trafiggere l’anima (come si dirà perfino a Maria!) da questa Parola. È una grazia lasciarsi trafiggere l’anima da questa spada affilata che è la parola di Dio, una parola che sconvolge spesso i nostri progetti, i nostri piani, le nostre sicurezze.
Ciò che è veramente curioso e sorprendete è il fatto che la Parola capace di togliere quella pace che gli uomini si danno per darsi buona coscienza, possa essere udita dalla bocca di uomini stranieri, venuti da Oriente. Che cosa rende credibile questa domanda? Con che diritto essi osano porre una domanda così poco diplomatica a Erode? I Magi interrogano l’autorità di Erode, come Gesù interrogherà quella di Pilato… e non è un caso che il titolo «re dei Giudei» è presente all’inizio del Vangelo e alla fine, nell’iscrizione che Pilato stesso fa scrivere, senza possibilità di ritrattare.
I Magi venuti da Oriente portano al nostro mondo sempre più incapace a scomodarsi una Parola che è anzitutto una domanda; e la Parola scomoda, la parola che interroga le nostre usanze, le nostre pratiche, i nostri modi di dare, non può che venire da lontano, da altri mondi… per non dire da Dio stesso! La stella li avrebbe certo potuti condurre dritti al Bambino-Re che stavano cercando mentre invece devono ancora passare da Erode. È forse una buona prassi diplomatica di presentarsi all’autorità costituita, ma anche questo fatto ci rivela fino a che punto si spinge Dio nell’incarnarsi tra gli uomini. «Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento» (Mt 5,17).
La domanda che turba Erode e con lui tutta Gerusalemme poteva suonare semplicemente come un invito a conversione. I Magi hanno saputo raccogliere l’invito e vivere di questa Parola che invita a cercare anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia. Cercando il re dei Giudei, i Magi si rivelano ai nostri occhi meravigliati come credenti in cerca del Regno di Dio. Dirà Gesù: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia». (Mt 6,33).
Che dire quanto alla gioia dei Magi d’aver trovato Colui che si attendeva da secoli? Questa gioia interroga la storia secolare di una Chiesa che pur avendo accolto il suo Signore non riesce sempre a rivestirsi di quella gioia capace di nascondere tutte le sue fatiche, le sue stanchezze. Non si tratta di camuffare, di nascondere o dissimulare…. si tratta di vivere quanto la Parola ci dice: c’è più gioia nel dare che nel ricevere (At 20,35). Per questo aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,11).
BEATITUDINI DEI MAGI
Ad Oriente è apparsa la stella
per annunciare che Cristo è venuto.
Appena l’hanno saputo,
i Magi si son messi in cammino.
Beato il cuore che desidera Gesù!
Fino al paese che l’ha ignorato
hanno cercato il Salvatore atteso.
Vanno nella notte:
è la fede che li guida.
Beato il cuore che cerca Gesù!
A Betlemme lo hanno riconosciuto:
nella mangiatoia, un bambino povero e nudo.
Chinandosi davanti a lui,
hanno provato la gioia.
Beato il cuore che scopre Gesù!
Hanno offerto il loro umile dono
al Re del cielo da cui viene la salvezza.
La Vergine ha sorriso e pure gli angeli.
Beato il cuore che si dona a Gesù!
E nella gioia del Dio che hanno visto,
porteranno il messaggio ricevuto,
perché il Paradiso
sulla terra è fiorito.
Beato il cuore che annuncia Gesù!
(traduzione dell’inno dei vespri della liturgia francofona,
per la solennità dell’Epifania)
Tanta strada fatta, portando doni preziosi, per trovarsi in una semplice casa, in una normale famiglia: padre, madre e un bambino. Non un palazzo, nessuna ricchezza. Ci sarà stato stupore o delusione da parte dei Magi?
O forse semplicemente quella apertura di mente e di cuore che un po’ ci mancano per accettare un Dio che, invece di essere un supereroe che risolve tutti i problemi, si è fatto uomo per condividere le nostre fatiche.
Quanta luce nelle letture di oggi.
Quanto splendore nella tua Parola se tolgo dai miei occhi i filtri della pigrizia.
Illumina la mia mente nella ricerca della verità e giustizia.
Donami lo Spirito di adorazione e dil servizio che ha fatto dei Magi i pellegrini della fede.
Risveglia il desiderio di vita piena che sonnecchia nel mio cuore e guidami con la Tua luce.
Quando scompare la Stella, segui la Parola. Entrambe recano alla meta: GESÙ.
Mi ha sempre affascinata questa storia dei Re Magi, fin da piccola.Ci trovo davvero tanto da meditare…il viaggio, lo stare assieme, la scoperta di Gesù, il donare e la speranza. Che sia di buon auspicio. Buona epifania.