Secondo noi o secondo Scritture?

Lunedì – Terza settimana di Quaresima

(2Re 5,1-15 / Sal 41 e 42 / Lc 4,24-30)

Vangelo di Luca, capitolo primo e secondo: cose da presepio, racconti di Natale e dintorni. Poi un gran silenzio e una vita nascosta, nel villaggio di Nazareth. Capitolo terzo: ormai Gesù s’è fatto grande, un uomo. Si avvicina a Giovanni Battista e riceve il battesimo nel Giordano. A testimonianza del suo ingresso nella storia (della salvezza), Luca inserisce a questo punto una lunga genealogia. Le radici sono ormai piantate in terra: figlio di Giuseppe… figlio di Adamo, figlio di Dio. 

Capitolo quarto: Gesù è guidato dallo spirito nel deserto e tentato dal diavolo. Nel conoscere se stesso, dovette scegliere chi servire, chi amare. La Parola di Dio lo aiutò non poco. Anche il divisore in realtà lo tentava a suon di citazioni bibliche ma tutto ciò che rischiava di disincarnarlo, di estraniarlo da una concreta solidarietà con la vicenda umana, aveva per lui il sapore di una chiara tentazione. Il pane, se l’avrà, lo condividerà sempre. E non solo il pane, anche il regno, sebbene non fosse un regno alla maniera dei regni di questo mondo. Eppure non smetteva di dire che il regno era già lì, in mezzo a loro, quasi la sua persona fosse capoluogo del regno. 

Sconfitto il tentatore nella solitudine del deserto, riprese la via che lo riportò tra la sua gente, nella sua Nazareth. Nonostante i suoi trent’anni ormai suonati, come solito, andava di sabato in sinagoga per l’ascolto comunitario delle Scritture. Nel deserto attinse da solo ai tesori della misericordia. A Nazareth non dimenticò l’ascolto comunitario. Anche questo non è un dettaglio: l’ascolto delle scritture – sembra suggerire implicitamente Luca – è qualcosa di profondamente intimo, nel luogo del discernimento personale, ma è pure qualcosa di comunitario che può far crescere una comunione e approfondire il senso di appartenere ad un popolo. 

Ecco, proprio mentre spiegava la Parola di Dio in mezzo ai suoi compaesani, accadde qualcosa di strano. Questi accamparono più o meno esplicitamente il diritto di essere trattati con favore solo per il fatto che erano suoi compaesani… lui invece aveva già iniziato a fare del bene lontano dalla sua gente. E quel tira e molla – prima noi o prima gli altri – fu come uno strappo. Scrittura alla mano, cominciò a raccontare episodi del passato in cui si intuisce chiaramente che nello stile di Dio non ci sono campanilismi o favoritismi per compaesani. La Parola di Dio sembra attestare una maggior disponibilità all’incontro da parte di chi ha lasciato la propria terra, di chi si sente estraneo a certi pensieri o discorsi. Una vedova nella terra di Sidone, e un  lebbroso siriano sapranno riconoscere nel profeta la mano di Dio. Nella sinagoga di Nazareth, quel giorno, gli era capitato di leggere qualcosa di simile: «mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».

Sai com’è! Finché fai favori per quelli di casa tua, va tutto bene. E chissà come si sarebbero vantati di provenire da Nazareth, di essere compaesani di Gesù. Ma quel giorno, proprio davanti alla Parola di Dio fatta risuonare in verità, le cose non andarono per il verso giusto. Luca registra che nella sinagoga tutti (non un generico alcuni, bensì tutti) si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte. 

Cominciò a sentirsi come  un pesce fuor d’acqua? Troppo poco dire così. Comprese in verità la sua missione di profeta. E conoscendo bene la Scrittura, non gli servì molto per comprendere che avrebbe fatto la fine di tutti i profeti. Facciamo dunque degli esempi, forse un po’ pungenti: Francesco oggi ritorna a Roma. Ci sarà già, tra cattolici benpensanti, chi avrà detto che questo papa parla troppo con i musulmani, come quando proprio nelle nostre parrocchie per anni s’è fatto un gran discutere perché gli oratori erano pieni non «dei nostri ragazzi» ma degli altri, i figli di stranieri. E la Caritas? «Aiuta sempre gli altri!» rivendicano coloro che non hanno coraggio di chiedere… che di certo li si aiuterebbe. In tutte queste circostanze e similari, anche ai nostri giorni – non l’avete visto? – Gesù si è sempre alzato e s’è messo in cammino, mentre noi stavamo ancora lì a discutere di precedenze, di priorità, di progetti e di piani, di come dovrebbero andare le cose secondo noi. Ma le cose non vanno sempre come noi vorremmo. Anzi dovremmo avere proprio questa sana preoccupazione di desiderare che le cose vadano secondo un Altro, che le cose vadano secondo le Scritture. Quando riusciranno ad ucciderlo, e la folla griderà unisona contro il capro espiatorio, i suoi discepoli, aiutati dallo strano personaggio che si affianca nuovamente al loro stentato cammino, si ricorderanno della parole che aveva detto e di quanto era scritto. Troppo poco ancora ci ricordiamo di ciò che sta scritto nelle Scritture. E troppo poco facciamo o non facciamo – perché a volte ci sono pure cose da non fare – perché queste si compiano.

(…da ripetere come una litania nel corso della giornata)

…e ora, Signore mio Dio,
dona al tuo servo
un cuore capace di ascolto.

(dal primo libro dei Re)

Paolo Fresu, Richard Galliano, Jan Lundgren, Farväl, Mare Nostrum II

Dal Vangelo secondo Luca (4,24-30)

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Apri a noi la tua porta, Signore
e da Te, come dal giorno,
io sarò illuminato.
Alla luce canterò la tua gloria.
Al mattino mi risveglio
per lodare la tua divinità
e mi affretto
per impregnarmi della tua Parola.
Con il giorno, la tua luce
brilli sui nostri pensieri,
e le tenebre dell’errore
siano cacciate dalle nostre anime.
Tu che rischiari ogni creatura,
rischiara anche i nostri cuori
perché ti diano lode
lungo tutto il fluire dei giorni.    

Giacomo di Sarug, Per il mattino


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Piccoli Pensieri (5)

Patrizia

Nello stile di Dio non ci sono campanilismi o favoritismi per compaesani. Siamo tutti pellegrini e la fede non ha confini.

8 Marzo 2021
Luisa

Il SIgnore dirà: da dove vieni Luca, fratello? Luca risponderà: vengo da una terra dove si muore e non importa a nessuno, dove si può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa. Il Signore dirà:perché sei ferito? E lui risponderà: perché ci sono paesi dove la speranza è proibita, dove l’impresa di aggiustare il mondo è dichiarata fallita… (Tratto dall’omelia del vescovo ai funerali dell’ambasciatore italiano assassinato)

8 Marzo 2021
Alba

Signore, dammi il coraggio di guardarmi allo specchio per vedere una persona debole e sempre mancante.
Mostrami gli errori e aiutami ad accettare le critiche, per cambiare ed essere più simile a Te.

8 Marzo 2021
Adriana Salvi

Per Papa Francesco le”crociate” per indignarsi contro le violenze e le persecuzioni non servono…Lui ha scelto il dialogo alla ricerca di una scelta comune per affermare i diritti e per costruire la pace. Che il Signore l’aiuti!

8 Marzo 2021

A volte le cose che ci capitano ci appaiono ingiuste, scorrette come uno sgambetto. Ma magari, senza saperlo, quello sgambetto è arrivato giusto in tempo per farci cambiare direzione e salvarci da ben altro. Tanto più che se mi fermo a far la conta delle ingiustizie finisco per non aver più tempo per altro, ma ha senso? Io credo sia meglio vivere e cogliere il sano delle sfide che ci troviamo davanti: sino a che ci saranno sfide saremo costretti a muoverci, vivere e trovare soluzioni.

8 Marzo 2021

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