Sei liberata

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Data :25 Ottobre 2021
Georges Seurat, donna seduta (1882)

Il brano di Vangelo che oggi ascoltiamo è ambientato in una sinagoga. Potremmo dunque facilmente dedurre, anche se il Vangelo non ce lo dicesse, che quel giorno era shabbat, il giorno santo del riposo. E anche Gesù si reca di sabato in sinagoga per l’ascolto rituale delle Scritture. E non perde occasione di insegnare. Cosa stesse insegnando non lo sappiamo finché l’insegnamento si traduce in pratica.

Stava forse insegnando a tenere gli occhi aperti sulla vita che ci passa davanti. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide… L’insegnamento si fa subito pratico e sempre meno astratto. Gesù resta colpito da quella postura scomoda e incerta. Che pesi avrà portato questa donna per ridursi in quel modo? Sotto quale giogo sarà caduta da non riuscire a mettersi ben dritta? 

Certo è che ci sono fardelli che si impongono e che stravolgono perfino il senso del giorno che si sta vivendo. Ma peserebbe sulla coscienza vedere qualcuno nel bisogno e passare oltre solo perché in quel giorno non è permesso fare il bene, fermo restando che il male non sarebbe mai da compiere. Ma proprio la difesa sterile e strenua di quell’osservanza rigida è un male più grande, è omissione. 

Non che il capo dalla sinagoga non sapesse che c’è sempre del bene da compiere, ma la sua osservazione – che tenterà di far ricadere come un peso opprimente sulla folla – racconta l’incapacità a farci sorprendere dalla Vita stessa. Come se questa, la Vita, debba andare sempre e soltanto secondo i nostri schemi, i nostri progetti. «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato»: tipica risposta da funzionario che ricorda gli orari dello sportello, con tutto il rispetto dei funzionari e pure degli sportelli! Quella donna non bussa ad uno sportello e chi la ascolta veramente non è un funzionario.

È più facile raddrizzare una donna curva da diciotto anni che intenerire cuori induriti e incapaci di vedere le fatiche e le sofferenze altrui; cuori che si nascondono facilmente dietro precetti come se l’osservanza rigida e scrupolosa fosse il cuore stesso della Legge. Il cuore della Legge, il cuore di quel giorno di sabato è la liberazione dal male, la restituzione della giusta postura dell’uomo. Pensiamo spesso che avere fede sia soltanto una questione di accettare passivamente ogni cosa che ci cade addosso. Certo, si sarebbe potuto lodare la forza e la fede di quella donna che non lamenta la sua condizione e fedele lei stessa all’osservanza del sabato si recava in sinagoga, ammesso e concesso che le fosse permesso. Quella donna sa benissimo che non basta osservare il precetto. Ella scopre che il vero precetto è la carità che libera, che cura, che rialza. E allora anche la lode non sarà una formula, una preghiera rituale ma gioia sul volto, decisione di passi più spediti e solleciti. 

Vieni, Santo Spirito…
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
raddrizza ciò ch’è sviato.

Dal Vangelo secondo Luca (13,10-17)

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Il Signore rimane fedele per sempre,
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.

(dal salmo 145)


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Piccoli Pensieri (1)

Anna

Non sarà forse che la postura di questa donna è anche la conseguenza degli sguardi su di sé, dati con sufficienza e commiserazione da parecchia gente della sua comunità?
Sono sguardi che fanno male dentro, che ti costringono ad abbassare gli occhi perché ti umiliano e ti fanno sentire che “sei proprio sfortunata”, come sono soliti definirti.
Ed è proprio qui, tra queste persone “perbene”, che ci vedo gli spiriti che rendono infermi per anni…

25 Ottobre 2021

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