Trittico natalizio – III
Quando Dio ci dona un segno
La storia – personale o in senso lato – può spesso sembrarci ancora troppo aggrovigliata. È qui che vorremmo ritrovare il famoso filo rosso, quel senso che potrebbe permetterci di continuare a tessere le nostre vite. Nei momenti difficili abbiamo tutti alzato gli occhi e le mani in cielo, per implorare aiuto, per cercare una via d’uscita.
All’improvviso, potremmo scoprire che c’è una bella storia che si intreccia con la nostra e che chiamiamo «storia della salvezza»: è il disegno di Dio, è il suo progetto, la sua volontà di bene per ogni uomo. Se chiedere un segno dal cielo ci sembra tentare Dio o metterlo alla prova, ora dobbiamo sapere che Dio stesso ha deciso di darcelo, ma prima di tutto ci chiede di ascoltare attentamente la sua Parola.
È il caso di Maria, la giovane di Nazareth la cui vita si sarebbe intrecciata con quella di Giuseppe. Un messaggero, l’angelo Gabriele, gli fa udire la parola di Dio e poi gli dà segno: «Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti prenderà sotto la sua ombra»(Lc 1,35) … perché da sempre lo Spirito è all’opera per far scaturire la Vita e permetterci di udire la Parola. Subito, Maria è invitata a recarsi da Elisabeth, sua parente. Anche lei ora aspetta un bambino mentre tutti la chiamavano sterile.
È pure il caso dei pastori a cui gli angeli nella notte di Natale annunciano una grande gioia che sarà per tutti. E viene dato loro anche un segno: «Troverete un bambino neonato fasciato in una mangiatoia» (Lc 2,11). Poi i re venuti dall’Oriente guidati dalla stella… fino a noi se sappiamo ascoltare e credere alla Parola. Dio ci ha fatto segno e questo segno è proprio Gesù Cristo. Che lo accogliamo o no, questo segno è in mezzo a noi e la storia della salvezza è giunta al suo compimento. Basta lasciare che la nostre vita e la nostra storia si intreccino con quella di Dio. Cantiamo quindi con tutti i messaggeri che Dio ci ha mandato: «Gloria a Dio ai più alti dei cieli e pace sulla terra agli uomini che ama!» (Lc 2,14)
Amici, fratelli d’ogni parte
è venuto colui che stavamo aspettando.
Conosci il suo nome?
Te lo dirò e nei vostri cuori
il suo nome suonerà come un flauto
nel silenzio di notti annebbiate.
Porte, apritevi.
fate spazio,
preparate la casa,
mettete delle luci alle finestre.
Sappiate che la lunga attesa è finita,
Alzate la testa!
Perché è nato il bambino
che cambia il mondo.
Conosci il suo nome?
È nato, rimarrà con noi
e la gioia degli uomini
diventa la gioia di Dio.
È nato, rimane con noi
e la sofferenza degli uomini
diventa la sofferenza di Dio.
È nato, rimane con noi
e l’amore degli uomini
diventa l’amore di Dio.
È nato, rimane con noi
e le sue parole portano
la vita come una primavera
gonfia di promesse.
Conosci il suo nome?
Te lo dirò
e vorrei che rimanesse legato
al tuo cuore.
Si chiama Emmanuel:
È Dio con noi.
Charles Singer
Negli scorsi giorni ho ricevuto una simpatica vignetta di Mafalda in cui si diceva che a fine d’anno noi chiediamo che quello successivo sia migliore ma che in realtà ad essere migliore non dovrebbe essere l’anno ma noi…credo sia profondamente vero: dobbiamo essere migliori in umanità e mai come in questi giorni me ne sto ancor più rendendo conto. Sarà possibile se ci lasceremo plasmare ogni giorno dalle mani di un abile Vasaio che darà al nostro vado una meravigliosa forma, se gliele permettiamo e ci mettiamo in umile ascolto della Sua Parola, per meglio comprendere il Suo volere. Sicuramente la si potrà udire in ogni tempo e luogo perché riecheggerà dentro di noi. Buon inizio 2024 a tutti e grazie a te Don Stefano per la condivisione di meravigliosi tramonti e di riflessioni
L’incarnazione di Dio è senz’altro il più grande dei segni, pur se lontano nel tempo. Eppure nemmeno così tanto lontano… Soprattutto se sappiamo tendere l’orecchio (aprendo il cuore) alle parole che ci ha lasciato.