Un corpo ben preparato
Natale di Gesù Cristo
Is 9,1-6 / Sal 95 / Tt 2,11-14 / Lc 2,1-14
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna.
(salmo 79)
Dal Vangelo secondo Luca
(1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
All’essere umano è sempre piaciuto lasciare una distanza non troppo definita tra Cielo e Terra. Una distanza che spesso pare pure incolmabile. Per ingraziarsi il Cielo non c’è cosa migliore che offrire sacrifici e primizie. Le cose si fanno decisamente più interessanti (e sconvolgenti) quando è piuttosto il Cielo stesso a voler colmare questa distanza. In virtù di questa possibilità, altrettanto interessante dunque sarebbe, non solo di scrutare la vastità dei cieli, ma piuttosto la profondità del cuore umano, di cui si dice essere un abisso profondo (salmo 64,7). In ogni caso è quanto il Dio biblico ama fare: scrutare mente e cuore dell’essere umano.
Semmai volessimo imbarcarci in questa delicata esplorazione di quell’abisso profondo che è il cuore umano, potrebbe succederci di imbatterci presto in desideri indicibili e speranze inaudite. Senza farne elenchi esaustivi è importante sapere che spesso la Parola di Dio ha catturato la nostra attenzione proprio perché ci pare che venga a parlare al nostro cuore. La Parola di Dio risuona al nostro orecchio come una promessa. E le promesse che Dio ha fatto, vanno spesso, spessissimo, nella direzione di questi buoni desideri e speranze umane. Il Dio della Scrittura si rivela come il Dio delle promesse mantenute ed esaudite, promesse che tengono viva la speranza.
Dio entra proprio così nel mondo: parlando al cuore. Dialoga con le nostre speranze profonde. Dialoga con i nostri desideri migliori. Niente più sacrifici per saperci in relazione con Dio. E fu già questa l’esperienza di Abramo a cui Dio pareva chiedere il sacrificio del figlio Isacco. Oggi noi sappiamo che quel figlio, per finire, non sarà sacrificato ma risparmiato e salvato. Quell’assurda richiesta (di sacrificare il figlio) era destinata soltanto a verificare il grado di disponibilità di Abramo. La Bibbia è piena di chiamati da Dio… solo chi risponderà «Eccomi» potrà scoprire questo nuovo modo di intendere la relazione con Dio.
È Dio stesso che desidera incontrare questa piena disponibilità dell’umano, perché la sua volontà possa compiersi in terra. Non ci devono dunque meravigliare le parole dalla lettera agli Ebrei che a sua volta riprende un versetto del salmo 39 : entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5-7).
Nelle pagine della Scrittura, tra racconti di inaudita violenza e pagine spesso incomprensibili (come incomprensibili appaiono certi fatti che accadono ancora nel mondo) risplendono come astri coloro che rispondono a Dio dichiarando la loro disponibilità a collaborare ad una volontà altra. La Scrittura non esita a chiamarli giusti, perché non c’è nulla di più giusto che compiere ciò che la Parola dice. La volontà di Dio passa per ogni «Eccomi» che uomini e donne di ogni tempo hanno saputo pronunciare, quando hanno compreso che c’è un legame profondo, un’Alleanza, tra cielo e terra.
Serve una certa agilità, serve una certa disposizione interiore per ascoltare attentamente la Parola che Dio rivolge all’essere umano… e serve infine quell’umana disponibilità à diventare collaboratori di Dio e per la gioia altrui. Un angelo si fece messaggero in terra di una parola capace di cambiare la storia. A Dio doveva ritornare senza troppi ragionamenti di uomini. Dio si accontenta di poco: una sola parola sarebbe bastata. E di fatto, raccolta la disponibilità della giovane di Nazareth, l’angelo – dice Luca – partì da lei. Maria, colei che aveva appena pronunciato: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola», diventa ora l’agile messaggera di buone notizie e se ne va in fretta per raggiungere la casa di Zaccaria ed Elisabetta, laddove la promessa di Dio, sta già diventando carne.
Nulla sappiamo di cosa Maria abbia potuto dire alla cugina Elisabetta. Sappiamo tuttavia – lo dice esplicitamente Elisabetta – che il saluto di Maria ha procurato gioia perfino a Giovanni, il figlio che nascerà per Elisabetta e Zaccaria. Scrive Luca che «Elisabetta, piena di Spirito santo»: è un ritornello che tornerà a più riprese nel suo Vangelo. Ci assicura che quanto accade in terra è opera di Dio, della sua volontà. Lo Spirito santo – Scrittura alla mano – è da sempre all’opera perché la volontà di Dio si compia in noi e in tutte le creature. Dice bene Elisabetta. Benedice.
Ciascuno spera in una parola benedicente. Questo è il desiderio che riposa nel fondo del cuore. Gli auguri che si rinnovano in questi giorni di festa – anche quelli di chi non sa, non può, non vuole pronunciare la parola «Natale» – hanno sempre il sapore di una benedizione. Ogni augurio che doniamo o riceviamo prepara un avvenire migliore, perché ogni parola buona non può che portare frutti buoni. Lo Spirito ci renda agili e disponibili a collaborare a quest’opera di Dio che desidera soltanto il nostro bene e la nostra gioia.
Mi stai sempre davanti
quando penso di no
quando penso di sì.
(José Tolentino Mendonça)
Immagine dal film «Piena di grazia» (2017), di Andrew Hyatt
Rileggendo oggi questo brano mi scopro a interpretarlo in modo del tutto inedito: e se fosse che la giovane Maria, colma di umanissimo entusiasmo per la notizia appena ricevuta, si lasci prendere dallo slancio di andare a condividere le sue emozioni con la cugina? Il brano è tutto preciso, impeccabile, ma la Madonna all’ epoca è poco più che una ragazzina, una comune mortale… E questa sera non mi risulta poi così stonato immaginarmela anche un po’ così: un po’ meno eterea ed un po’ più simile.
Bellissima l’immagine dell’uomo proteso verso l’Universo in ascolto di messaggi siderali.
“De sidera….”
Siamo come gli studiosi di astronomia che hanno riempito la terra di grandi telescopi, come grandi orecchie in ascolto di eventuali messaggi alieni…
Ma il cuore desidera e vorrebbe ascoltare un solo messaggio, quello dello Spirito del Padre che vuole parlare con noi.
Però non sempre siamo sintonizzati sulla corretta onda di trasmissione…
Troppe interferenze, pensieri, affanni, preoccupazioni… anche legittime ma che ci tolgono la possibilità di “ascoltare”.
Ancora non abbiamo imparato ad affidarci, a mettere tutto nelle sue mani, così che con il cuore “sgombro” poter riuscire a “sentire” lo Spirito che sempre trasmette sulle nostre lunghezze d’onda.
Lo Spirito di questo Natale sia per noi occasione di un “ascolto” fruttuoso.
Grazie don Stefano e auguri a tutti….dicendo bene gli uni degli altri come lo Spirito del Signore ci benedice.
Attendere e portare in grembo un figlio è dire «sì» alla Vita.
Ed è una gioia senza fine che ti apre all’Altro.
Può succedere che il «sì» diventi anche il sostare sotto la croce…
il Natale ci ricorda che Dio è e viene ad abitare in mezzo a noi. Mi auguro di avere la capacità di riconoscerlo negli altri ,negli eventi che succedono ma soprattutto in me e di fargli spazio.
Lo auguro a tutti i componenti del gruppo e a te, don Stefano, che ci conduci generosamente in questa ricerca. Buon Natale!
Grazie don Stefano
Grazie per il tuo prezioso servizio
Che il Natale sia per tutti una rinascita
Mille Auguri
Maria ed Elisabetta: due donne dell’impossibile secondo gli uomini ma non secondo Dio.
La Salvezza entra nel mondo per l’ «eccomi» di gente semplice che si fida di Dio che si rivela sempre nel vivere quotidiano dell’umanità.
Quando nel recitare il rosario si legge « nel secondo mistero si contempla la visita di Maria ad Elisabetta”, mi piace pensare alla giovane mamma che corre a condividere la sua gioia con un’altra mamma in dolce attesa ed ai bambini che già nel pancione si emozionano. Poi ringrazio Maria per aver portato nel grembo quel Bimbo che ci ha donato. Quel dono, ad ogni Natale, ci riempie il cuore di gioia. Buon Natale,
con la speranza che sia un Natale di Pace interiore per tutti. Auguri don Stefano e grazie per condividere il tuo tempo con noi sempre.